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Spettacoli mercoledì 02 aprile 2014 ore 12:38

Anche Francesco Burroni adotta il Verdi

La storia del partigiano Gino nello spettacolo "La Rana Gracida", ambientato in terra senese



POGGIBONSI — L’attore Francesco Burroni adotta il Teatro Verdi di Poggibonsi. Lo fa portando in scena “La rana gracida”, in programma venerdì 4 aprile 2014 alle 21,30 nello spazio di Via del Commercio 15. Con Francesco Burroni (voce narrante) che cura la regia insieme a Silvia Bruni. In scena anche Francesco Oliveto alle tastiere.

L’incasso della serata sarà devoluto per far continuare a vivere questo piccolo ma importante spazio culturale e sociale della Valdelsa.

Una produzione Aresteatro in collaborazione con ANPI di Siena, Istituto Storico Resistenza senese e dell’età contemporanea Stanze della memoria. Liberamente tratto dall’autobiografia di Renato Masi “Gino”.

In questo spettacolo si racconta la storia di Renato Masi, il partigiano “Gino”, un ragazzo senese di 18 anni che in un mondo violento, dove una buona parte degli italiani aderiva entusiasticamente al regime fascista sposandone i valori e tanti altri cercavano in qualche maniera di adattarsi e di adeguarsi ad un potere che voleva tutti stupidamente uguali e obbedienti, sente istintivo il bisogno di ribellarsi e di fare un rifiuto forte e deciso. Un ragazzo che ha contribuito con il suo “granello di sabbia” a liberare l’Italia dalla dittatura fascista ma soprattutto un uomo che ha realizzato, anche a rischio della vita, la propria dignità di essere umano.

Forse un po’ troppo idealizzata, istituzionalizzata, e a volte anche imbalsamata, negli anni successivi alla guerra di Liberazione, la Resistenza italiana ha poi vissuto un progressivo e costante abbandono dei suoi valori e della sua memoria fino ad arrivare, negli ultimi anni, ad un deliberato e colpevole disconoscimento e a mettere addirittura sullo stesso piano colpevoli e vittime, fascisti e partigiani, creando un antistorico e ibrido parallelismo.

Ripercorrere la storia di quegli anni vuole innanzitutto ristabilire la verità storica, senza limitarsi a compiere nostalgici tuffi nel passato, per ricercare nella storia della Resistenza quei valori che sono validi ancora oggi e che sempre lo saranno: il rifiuto istintivo di ogni sopruso e di ogni dittatura, la volontà di reagire a qualsiasi tipo di violenza fisica e psicologica, la speranza di una società migliore più libera e più giusta.


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