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Attualità giovedì 19 marzo 2015 ore 09:17

Pievescola, ufficio postale salvo. Per ora.

Sindaci riuniti anche grazie a Uncem a colloquio con la Regione

Poste Italiane sospende il provvedimento di chiusura: aspetta un report e una possibile soluzione anche dal sindaco di Casole Piero Pii



CASOLE D'ELSA — Rinvio ufficiale del piano di tagli e più tempo ai Comuni per formulare le loro controproposte. Per il momento l'ufficio postale di Pievescola è salvo. E’ un successo, come ha detto l'Anci la decisione di Poste italiane, che sospende ufficialmente il tanto contestato piano di razionalizzazione degli uffici postali e quindi niente chiusura degli uffici da “tagliare” il prossimo 13 aprile.

“Siamo soddisfatti: grazie all’impegno di tutti, alla fine è prevalso l’interesse delle comunità e dei territori – ha affermato la presidente di Anci Toscana Sara Biagiotti – In questo tempo potremo ridiscutere un piano unilaterale e sbagliato, irricevibile perché va a colpire territori dove l’ufficio postale è un presidio necessario per la popolazione, soprattutto quella più anziana. Abbiamo vinto una battaglia importante, ora non si deve abbassare la guardia”.

Dopo una percorso di mobilitazione, che aveva anche portato molti Comuni a presentare ricorso al Tar contro Poste Italiane, lo scorso 13 marzo Anci Toscana, Uncem e Regione Toscana avevano incontrato il responsabile di Area territoriale di Poste Italiane per le regioni di Toscana e Umbria, Michele Deiana, al quale era stata ribadita la posizione degli enti locali, che fin da subito avevano ritenuto il piano inaccettabile sia per il metodo che nel merito. In quell’occasione, Poste aveva acconsentito ad una brevissima pausa nelle operazioni di dismissione per permettere ai Comuni di presentare in tempi, rapidi, una proposta alternativa. Anci ed Uncem avevano immediatamente inviato una comunicazione ai sindaci interessati, per avere al più presto una scheda riepilogativa che indichi ogni dato, dettaglio, informazione utile che possa essere un punto a favore per non far chiudere gli uffici, come ad esempio tempi di percorrenza, posizione, copertura adsl, oltre ad individuare la criticità che il piano di razionalizzazione provocherebbe nell’erogazione del servizio.

Nel frattempo, era anche intervenuta la sentenza della sesta sezione del Consiglio di Stato, che ha ribadito come le chiusure degli uffici postali debbano tenere necessariamente conto della dislocazione territoriale e della accessibilità del servizio, che secondo i giudici “non può prescindere dall'effettiva e normale percorribilità delle strade di accesso in termini di reale e conveniente fruibilità da parte dei cittadini". Inoltre le strade non solo devono essere percorribili in condizioni di sicurezza, ma devono essere servite da mezzi pubblici, "in maniera che l'accesso non sia condizionato dalla disponibilità di mezzi privati". Tutti elementi che per il momento hanno fatto propendere Poste Italiane verso la sospensione del provvedimento. Adesso starà ai sindaci, compreso Piero Pii per Casole, redigere una report dettagliato per mettere definitivamente la parola fine al problema.


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