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Attualità lunedì 11 aprile 2016 ore 14:51

La malattia psichiatrica diventa arte

Una delle fasi del convegno

Una mostra ispirata a Calvino con circa 200 opere a cura del centro diurno "Riabilita"



POGGIBONSI — La riabilitazione psichiatrica attraverso la realtà dell’arteterapia. Sabato scorso si è tenuto il convegno “Immaginazione e memoria nella malattia psichiatrica – Esperienza di arteterapia” e si è contestualmente inaugurata la mostra “Le città invisibili” (Sala Quadri del Comune, aperta fino al prossimo 16 aprile con orario 10.00-12.30 e 16.00-19.30). I due eventi, promossi dall’associazione Riabilita, costituiscono la fase finale di un progetto ideato nell’ambito del laboratorio artistico della dottoressa Paola Marcucci e realizzato in collaborazione con il professor Giovanni Bonelli, psichiatra di Siena, e con il coinvolgimento di una serie di soggetti attivi tra gli enti del territorio, a partire dall’Amministrazione Comunale fino a tutti gli enti patrocinanti (Fondazione Territori Sociali Altavaldelsa, Valdelsadonna, La Scintilla, Associazione Proloco Poggibonsi e Ospedale di Comunità).

“La capacità di una comunità – dice l’assessore alle Politiche Sociali del Comune - intesa come istituzioni e associazioni o singoli, di rispondere ai bisogni delle persone con disabilità con azioni concrete ed efficaci è il metro attraverso cui si misura la nostra convivenza civile. Se un welfare comunitario – continua Filomena Convertito - riesce a garantire un’assistenza oltre la rete familiare, ad abbattere le disparità di trattamento, promuovere il rispetto dell’integrità della persona, perseguire il contrasto a ogni forma di discriminazione, a favorire l'inclusione nella scuola e nel lavoro, se riesce a tradursi in effettiva inclusione sociale, allora costruisce un sistema ove cresce la qualità della vita di ciascuno e della società complessivamente e fa in maniera che i disabili non diventino cittadini invisibili”.

Il progetto è stato rivolto agli utenti dell’associazione Riabilita, che si occupa di riabilitazione in psichiatria, che sono stati guidati in un percorso di lettura de “Le città invisibili” di Calvino e chiamati come artisti a trarne ispirazione per realizzare delle loro personali opere attraverso uno sperimentale progetto di arteterapia. “La realtà arteterapeutica è presente da anni nel territorio – spiega la dottoressa Marcucci - Il convegno ha presentato un approccio interdisciplinare, attingendo da formazione e competenze della psichiatria e della psicoterapia, dell’arteterapia, della filosofia”.

I lavori si sono articolati in due parti: una prima di contributi teorici su immaginazione e creatività all’interno di un rapporto terapeutico a partire da base biologica (professor Andrea Fagiolini), immagine e memoria nella riflessione concettuale per la chiarificazione del pensiero dal punto di vista della consulenza filosofica (Annalisa Rossi), l’opera letteraria come aiuto per pazienti e operatori in un ambiente dove la relazione è deficitaria, come nell’autismo e nella sindrome di Rett (Claudio De Felice). La seconda parte del convegno è stata dedicata al racconto dell’esperienza: la dottoressa Marcucci ha sottolineato la qualità del lavoro svolto dai ragazzi di Riabilita e gli elementi caratterizzanti l’elaborazione, la relazione e l’integrazione; centrale nella relazione della presidente di Riabilita dottoressa Alessandra Gorgeri il punto di vista della condivisione dell’emotività emersa nel gruppo dell’Associazione grazie a questo lavoro; le parole del professor Bonelli hanno messo bene in evidenza il motivo della cura delle relazioni, attraverso esemplificazioni di lettura dell’immagine offerte alla platea in sala.

Grande la partecipazione al convegno che si è aperto con i saluti di Filomena Convertito per l’Amministrazione Comune e di Luca Vigni per l’Azienda Usl.
A margine della manifestazione è stata allestita dai coordinatori del progetto “Le città invisibili” e da alcuni degli ospiti di Riabilita una particolare mostra. Gli utenti-artisti coinvolti sono circa trenta, tra pazienti, psichiatra, psicologi, operatori, volontari, altri frequentatori dell’atelier, artisti (a partire da Luciana Capperucci, che aveva già realizzato in modo indipendente alcune proprie opere dedicate alle città invisibili). Le opere realizzate sono circa duecento e sono ispirate da quelle di Calvino. Sono disegni, acquerelli, tempere, collage, sculture in legno e altre tecniche miste. Nascono da una lettura di Calvino iniziata all’interno del centro diurno Riabilita già nel 2013, dove gli ospiti leggevano e commentavano queste descrizioni fantastiche assieme agli operatori. Insieme hanno poi iniziato pian piano a creare le proprie città della memoria, con la città del passato, del presente e del futuro, a cui hanno dato poi seguito con un’interpretazione del tutto originale rispetto a Calvino: le città fantastiche suscitate dalla rielaborazione dei vissuti personali. “Nella malattia psichiatrica – spiega Paola Marcucci - la condivisione dell’atto arteterapeutico porta a dissolvere paure, ansie, tensioni che vengono convogliate nell’opera. Il risultato è il miglioramento delle possibilità di reintegrazione nel tessuto sociale”. Unanime il riconoscimento sul merito del progetto, sia nei termini dell’impatto sociale volto al superamento del pregiudizio e dello stigma della malattia mentale, sia nell’ambito scientifico del rapporto con la patologia favorendo il raggiungimento di una diagnosi psichiatrica e non solo.

Lo sviluppo di questo progetto di arteterapia ha già prodotto una pubblicazione delle opere artistiche curata dalla dottoressa Marcucci (con il progetto grafico di Matteo Laudisa), e potrà prevedere sia la riedizione del volume sia la programmazione di ulteriori momenti di realizzazione e condivisione pubblica.


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