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Attualità mercoledì 29 giugno 2016 ore 15:40

Referendum, ecco i Comitati del No

Primo esempio a San Gimignano: "C'è confusione di competenze tra Camera e Senato"



SAN GIMIGNANO — Dopo quelli per il Si, portati avanti da esponenti politic locali o associazioni, iniziano a nascere anche in Valdelsa i Comitati per il No al Referendum sulla riforma costituzionale del prossimo ottobre. Uno di questi è nato nei giorni scorsi anche a San Gimignano: “Siamo cittadine e cittadini di San Gimignano, uniti nel sostenere le ragioni del No alla riforma costituzionale sulla quale saremo chiamati a esprimerci nel prossimo autunno.

Siamo mossi dalla convinzione che sia sbagliato affrontare una scelta sulla Carta Costituzionale con logiche e modi appropriati per una tifoseria da stadio, e per questo intendiamo esporre e condividere con chi lo vorrà le nostre semplici e pacate ragioni.

Non siamo contrari per principio a modifiche costituzionali, poiché la nostra Costituzione prevede espressamente questa possibilità. Tuttavia, questa è la proposta di modifica più consistente della sua storia: ben 47 articoli in una sola volta, pari a più di un terzo. E sebbene alcune modifiche proposte possano pure essere condivisibili, il fatto di dover approvare invece l’intero pacchetto ci “obbliga”, tirando le somme, a schierarci per il NO.

In sintesi ed in particolare, non ci convince la cattiva trasformazione del Senato in organismo di secondo livello, né la confusione di competenze tra Camera e Senato che inevitabilmente si porrebbe. Non ci convince la rinuncia ad una rappresentanza eletta direttamente dai cittadini in cambio di una non rappresentanza, sia pure con una riduzione dei costi esigua per il bilancio dello Stato e tutta da verificare.

Già nel 2006 molti contenuti, simili alla riforma proposta oggi, sono stati bocciati, e a gran voce. Anche dagli stessi partiti che sono poi confluiti nel PD, che allora gridavano “la Costituzione non si tocca!”, e proprio sul Senato “federale” o sull’elezione dei giudici della Corte Costituzionale.

Il rischio di un neocentralismo statalista oggi si aggiunge a quegli allarmi, poiché è prevista anche l’esautorazione di competenze alle Regioni su materie “sensibili” per i cittadini, come quelle ambientali (es. la nostra CO2).

Noi cittadini non abbiamo cambiato idea: approvare una riforma sbagliata che squilibra pericolosamente le nostre istituzioni e priva i cittadini di altre “quote” di potere peggiora la nostra democrazia e la nostra vita. Per questo, diciamo un semplice ma chiaro NO.”


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