Spettacoli

"Cartoline dal Bagolaro" per un ballo dei ricordi

Sabato sera un incontro-spettacolo al Teatro dei Leggieri basato sui tempi che furono, con esperienze e racconti

Incontro-spettacolo sul filo dei ricordi in programma al Teatro dei Leggieri di San Gimignano per la stagione “Leggieri d’Inverno” di Giardino Chiuso, con un tema particolarmente originale, quello del ballo raccontato dagli anziani della città.

Sabato 21 marzo alle 17,30 va in scena “Cartoline dal Bagolaro”, ovvero “Il tempo dei ricordi”, una performance del laboratorio permanente di teatro e danza della Compagnia Giardino Chiuso e Auser di San Gimignano.

Il tutto grazie ad una ideazione di Tuccio Guicciardini, con i contributi video di Andrea Montagnani, con la partecipazione dei soci della locale Auser. Un ringraziamento particolare a Cesare Senesi, Delfina Salvi, Donatella Testi, Folco Bracali, Gisella Tortelli, Lorenzo Micheli, Maria Luisa Farsi, Maria Rosa Caponi, Mario Guazzini, Miretta Marcucci, Rineo Nencioni, Rita Mugnaini, Romualdo Niccolai e la documentazione fotografica di Daniele Furini e Francesca di Giuseppe.

Nella convinzione che gli eventi della vita di ognuno valgono la pena di esser ricordati e raccontati, il progetto è dedicato alla memoria con racconti che, partendo da un tema comune, quello del ballo, hanno cercato di ricreare quell’empatia, quella vicinanza di esperienze che rigenera, ogni volta che il tempo lo permette, il vivere interiore. Perché la storia di qualsiasi essere umano è anche un po’ la storia di tutti.

“Esiste un tempo – spiega l’ideatore del progetto, Tuccio Guicciardini - che necessita di azioni concrete: il tempo per viaggiare, il tempo per ridere, il tempo per amare. E quasi sempre questa necessità arriva senza preavviso, ci investe con sensazioni profonde intense, e quando questo si avverte bisogna lasciar spazio al tempo giusto. Il tempo del ricordo, quando arriva, ci affascina e contestualmente ci impaurisce ed incomincia a raccontarsi. Bisogna ascoltarlo attentamente, renderlo concreto non solo nelle parole, ma anche nei gesti, nelle espressioni più impercettibili, bisogna contestualizzarlo e rappresentarlo. Certe volte il ricordare la propria vita e raccontarla può risultare banale, inutile e egocentrico ma di estrema importanza”.