Politica

Rassegnazione e rabbia tra i ristoratori di Colle

La categoria è penalizzata dal nuovo Dcpm di Conte. Timori anche per dicembre. Anche la politica scende a fianco del comparto

Le nuove disposizioni del governo prevedono, così a  Colle come in tutta Italia, la chiusura anticipata di bar e ristoranti alle ore 18, con la possibilità però di continuare a vendere prodotti da asporto.

Disposizioni dovute all'emergenza sanitaria, ma che certamente mettono in difficoltà una categoria già duramente provata quest'anno.

Tra i ristoratori colligiani non manca una vena polemica, ma anche tanta rassegnazione. E' iniziato, o meglio proseguito, il dialogo tra gli esercenti, in una categoria che prima del Covid non era abituata a confrontarsi.

Alla fine di maggio erano scesi a manifestare a decine in Piazza Arnolfo, chiedendo tutele e aiuto al Comune e alle istituzioni. Adesso l'incubo è tornato e con esso anche l'incertezza di cosa succederà a dicembre. Sì, perché molti temono che il decreto venga prorogato anche al mese del Natale.

Se i commercianti sono sul "piede di guerra" anche la politica si fa sentire 

Il capogruppo della Lista Civica Su Per Colle, Lodovico Andreucci, mette le mani e ieri sera ha rilasciato dichiarazioni al "vetriolo" sul nuovo Dcpm: "far chiudere bar e ristoranti alle ore 18 è uno sbaglio enorme. L'indotto e gli introiti della pausa pranzo sono limitati ed è indispensabile che i locali debbano restare aperti anche a cena per poter sopravvivere. Queste nuove disposizioni costringono molti imprenditori a chiudere le attività con pesanti conseguenze per l'intero comparto della ristorazione".

Un momento veramente difficile, quello attuale, che vede la comunità colligiana pronta al dibattito e a reagire.