La crisi del settore dei ristoratori e dei bar è veramente forte e in questo quadro non sempre tutte le attività riescono a trovare le migliori condizioni per ripartire.
Una vena di polemica in città è nata a seguito di una situazione verificatasi in Colle Alta, più precisamente al rinomato Bastione di Sapia.
Le novità in tema di suolo pubblico hanno messo sul piede di guerra i gestori dello storico locale “L’Angolo di Sapia”, Ivo Neves, Andrea, Neves, Mergim Lulaj e Gabriele Licari, i quali sono intervenuti pubblicamente:
«Il nostro è un locale storico. Da 33 anni, porta il nome per cui Colle è ricordata nel XIII canto del Purgatorio. Questo non sta a significare che ci aspettiamo qualcosa in più rispetto alle altre attività. Chiediamo semplicemente di lavorare con tranquillità e serenità. A fronte di un investimento fatto nel 2019, ad oggi ci troviamo senza possibilità di visibilità. C’è confusione nella localizzazione degli spazi adibiti ai tavoli del locale. Soprattutto non è chiara la diversificazione delle aree pubbliche concesse alle attività».
Nel mirino degli imprenditori del locale c'è il "fritto misto" che si è venuto a creare senza una chiara e precisa regolamentazione da parte dell'amministrazione cittadina. Questo, secondo i gestori, porterebbe ad una confusione anche tra gli stessi clienti che sovente sbagliano anche locale.
"Ad inizio 2020 - incalzano i gestori di Sapia - ci è stata negata la proroga della concessione di alcune strutture ombreggianti, che avevamo ottenuto per i precedenti sei mesi". La giustificazione è che serviva più spazio pubblico per consentire ai turisti di godersi il bastione. Adesso ci troviamo in piena estate con il Bastione sovraccarico di strutture. Una situazione ambigua: abbiamo aperto la nostra attività con 68 mq di concessione di suolo pubblico, adesso siamo a 36 mq: 1/3 del nostro investimento in tavoli, sedie ed ombreggianti è chiuso in magazzino.
Siamo convinti che il Bastione possa consentire a tutti di avere il proprio spazio. Crediamo nella concorrenza, non cerchiamo favoreggiamenti ma semplicemente equità".
La parola, adesso, passa all'Amministrazione.