Cultura

Gabardini, presentazione a Poggibonsi

"Fossi in te io insisterei" è l'ultimo lavoro pubblicato da Mondadori, una speciale lettera al padre dai toni interessanti

Carlo Gabardini presenta a Poggibonsi “Fossi in te io insisterei. Lettera a mio padre sul perché non dobbiamo avere paura a essere felici” edito da Mondadori. L’incontro si svolgerà alla libreria Il Mondo dei Libri giovedì 11 giugno alle 18.30.


“Fossi in te io insisterei” è un libro che invita a non aver paura, a uscire allo scoperto, a rivelare agli altri e prima ancora a noi stessi, chi siamo realmente e cosa vogliamo per la nostra vita. Ognuno di noi deve trovare il coraggio di prendere la propria vita in mano e insistere nel viverla. Come sottolinea Gabardini infatti “insistere è un buon termine, perché non contiene la certezza di farcela, perché pone l’accento sul cammino e non sulla meta, la quale all’improvviso diviene meno indispensabile, dunque più raggiungibile”.

“Ciao papà, non so se ti spedirò mai questa lettera, ma intanto la scrivo. Ti devo dire delle cose perché qua la vita si fa complessa ed è sempre più difficile capire, restare lucidi, trovare un senso, interrogarsi sulla felicità”. Inizia così la lettera di Carlo Gabardini al padre. Una lettera che è il dialogo a lungo rimandato fra un figlio diventato adulto e un padre troppo esemplare e troppo amato a cui, chi scrive, deve dire addio per affrontare la vita ancora da vivere. Alternando ciò che è stato e ciò che è, Gabardini dà voce a un “romanzo famigliare” che prende avvio nella Milano degli anni Settanta-Ottanta in un appartamento nel quale i protagonisti - un padre, una madre e cinque figli, fra maschi e femmine - consumano cene “politicamente scorrette”, si confrontano e si contano per scegliere la nuova auto da acquistare o il luogo dove trascorrere uno specialissimo compleanno, giocano partite di Trivial Pursuit, si danno appuntamento in cucina per tè notturni che diventano il momento più atteso e più intimo della loro quotidianità. “Fossi in te io insisterei” è un racconto intimo e coraggioso, ironico e struggente, in cui è impossibile non riconoscersi perché, come scrive Gabardini, “il coming-out non è un'esclusiva degli omosessuali, ma di tutti. Perché ‘venir fuori’, mostrarsi per chi si è realmente, urlare cosa si desidera per la propria esistenza, non concerne solo la sfera sessuale, riguarda il nostro senso di stare al mondo”.