Il rinvio dell'Imu agricola al prossimo 10 febbraio e la nuova suddivisione fatta dal Governo Renzi in un primo momento aveva accontentato tutti. Una nuova classificazione che in Valdelsa aveva premiato solo il Comune di Radicondoli, rientrante nella categoria esente totalmente dalla tassa, mentre per tutti gli altri Comuni, in pratica, non era cambiato niente. Chi invece continua ad alzare la voce è la Cia di Siena che giudica ancora in maniera negativa non solo l'Imu agricola come provvedimento tributario, ma anche come è stata distribuita.
“Una classificazione basata solo sui comuni montani – ha detto il direttore di Cia Siena Roberto Bartolini - che non si capisce con quale criterio sia stata fatta; ci sono dei comuni quasi di pianura considerati montani ed altri, come nella nostra provincia, in alta collina, che non lo sono, senza considerare quelli svantaggiati. Purtroppo – aggiunge -, qualsiasi classificazione si voglia utilizzare si creano agricoltori di serie ‘a’ e di serie ‘b’; si fanno figli e figliastri e quindi il Governo doveva dimostrare il coraggio di riconoscere agli agricoltori il loro fondamentale ruolo a difesa degli interessi generali del Paese, dell'economia, della tutela del territorio, del paesaggio e dell'ambiente e quindi doveva esentarli dal pagamento dell'Imu sui terreni”. Se prima infatti, rimanendo alla Valdelsa, solo i Comuni di Colle, Poggibonsi e Monteriggioni dovevano pagare la tassa, adesso toccherà anche a Casole e San Gimignano. Solo Radicondoli, come detto, rientra nei comuni montani e quindi niente tassa. Una situazione, sempre secondo la Cia, peggiore di quanto già fatto nel 2014. “L'agricoltura – dicono - è un’attività a cielo aperto, soggetta ai rischi di mercato, ambientali e meteorologici sempre più frequenti, purtroppo. Il terreno è il bene strumentale con il quale l'agricoltore esercita la propria attività e prroprio per questo non può essere tassato anche con l’Imu”.