Attualità

Una serata per non dimenticare la guerra

L'estate è il momento dello svago e del divertimento, tanti eventi servono a questo, ma non so può scordare quello che succede in Ucraina

Secondo evento della stagione estiva di Monteriggioni: una serata straordinaria sulla narrazione mediatica del conflitto in Ucraina. “La guerra con le armi e la guerra con la propaganda” una  proiezione e discussione di materiali filmati dagli studenti Dipartimento di Scienze Sociali, Politiche e Cognitive dell’Università di Siena.

Non dobbiamo scordare che c'è una guerra in corso e tanta informazione intorno a essa. Per questa ragione e per trattare questo tema saliranno sul palco a commentare i video: Maurizio Boldrini, docente e giornalista, grande studioso della comunicazione; Maria Cristina Addi che si occupa di spazialità e potere, secondo una prospettiva teorica che annoda scienze semiotiche, estetica e teoria critica; la redazione di Culture.globalist, una testata di cultura fondata presso il Dispog dell’Università di Siena, in collaborazione con Globalist Syndication.

L’argomento è, oltre che rilevante, di grande attualità, sarà analizzato il racconto della guerra odierna con il panorama mediatico dominato dalla tv: attraverso la narrazione dei fatti in tempo reale diventa essa stessa uno strumento di guerra, di manipolazione e propaganda usato a favore di chi lo gestisce e può influire direttamente sull'andamento del conflitto. Il ruolo dell’informazione nella condotta dei conflitti armati così non è più solo conoscenza, ma anche potere in un'epoca in cui le tecnologie dominano il mondo della comunicazione. 

La guerra stessa diventa comunicazione essendo anche un fenomeno politico-sociale. Se ogni guerra ha una sua narrazione, anche questa tra Russia e Ucraina ne ha una; basta accendere il cellulare o la televisione per rendersene conto. I social media ci espongono a una continua inflazione di immagini e gli interventi patriottici del presidente Zelensky con dirette Instagram o collegamenti Zoom in tutto il mondo. Solo vent’anni fa sarebbe stato impensabile per l’opinione pubblica poter seguire un conflitto in tempo reale e ottenere informazioni dirette dalle personalità più influenti coinvolte nella vicenda. Tuttavia, quando al centro dell’attenzione mediatica ricade un argomento molto delicato come quello dell’attuale conflitto bellico, la posta in gioco sembra essere differente. 

Diviene necessario perlomeno domandarsi quali siano gli effetti della velocissima e continua circolazione di notizie su una situazione già di per sé molto incerta. Quindi, qual è il peso dei media digitali sulla narrazione di guerra contemporanea? Nell’universo dei media digitali, dove le informazioni circolano a velocità e in quantità sempre più elevate, non ci si può esimere dall’interrogarsi su come questo impatti la già esistente pressione mediatica sugli attori coinvolti. Può la continua richiesta di aggiornamenti e di informazioni decisive provocare una spinta sulla velocità con cui si prendono decisioni determinanti riguardo al conflitto? È certo che in parte sembra molto rischioso permettere all’opinione pubblica di penetrare così velocemente nella discussione, ma allo stesso tempo ciò è frutto del principio di democrazia su cui si basa la partecipazione a Internet ed è una componente imprescindibile. Internet è un territorio non regolamentato in molte delle sue declinazioni, ma questa è un’arma a doppio taglio, soprattutto quando entra in contatto con temi così sensibili. 

Dunque una serata di grande interesse, su un tema di attualità spiegato da specialista che sanno parlare al grande pubblico.