Attualità

New Colle fallita, il Comune tra i creditori

La società che ha gestito il progetto della Fabbrichina deve all'amministrazione comunale qualcosa come un milione e 200mila euro

Uno scempio nel cuore della città

Con il fallimento della New Colle srl, società che ha gestito fino ad adesso i lavori della Fabbrichina decretato lo scorso agosto dal Tribunale di Siena, inizia la fila dei creditori che dovranno fare richiesta di rimborso, come previsto per legge, delle cifre non incassate. Tra questi c'è anche il Comune di Colle di Val d'Elsa, che, attraverso una apposita delibera di giunta, ha incaricato il sindaco di prestare domanda di ammissione di credito al passivo nonché di restituzione o rivendicazione di beni mobili e immobili.

Un atto dovuto, soprattutto per porre fine, almeno sotto un aspetto, ad una vicenda che rimarrà per sempre nelle pagine più brutte della storia della città, anche se quello che fa più riflettere sono le cifre che il Comune vanta nei confronti della fallita società. Si tratta infatti di oltre un milione e duecentomilaeuro, frutto di mancati pagamenti di tasse e imposte, oltre ad altre cifre dovute ad opere mai realizzate, senza considerare il danno che il Comune di Colle ha subito e senza considerare i terreni di proprietà della New Colle che dovevano essere gratuitamente ceduti all'amministrazione comunale per opere di pubblica utilità.

Un debito importante, una cifra che, nelle mani del Comune, avrebbe permesso di fare non solo una serie di investimenti, ma anche di aumentare maggiormente i servizi alla cittadinanza. Come si evince, dunque, anche da queste carte lo scandalo della Fabbrichina non è solo per un'opera solo vista su carta e mai realizzata, non è solo lo scempio di un'area a forte di forte impatto sociale vista la storia di archeologia industriale che rappresenta violentata per sempre, non è solo un cantiere abbandonato ad acqua e incuria, ma soprattutto un danno economico nei confronti del Comune. E di riflesso nei confronti di tutta la cittadinanza.C'è da chiedersi adesso se queste ingenti cifre torneranno mai nelle casse comunali.