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Pievescola, lettera a Matteo Renzi

I Comuni toscani interessati dalla chiusura degli uffici postali, tramite l'Anci, scrivono al Premier: "Sei stato sindaco, conosci i problemi"

Una lettera al presidente del Consiglio Matteo Renzi, per chiedere l'intervento del Governo sull'annunciato piano di chiusura e ridimensionamento degli uffici postali in Toscana. E' quanto è stato deciso nella riunione che gli amministratori toscani hanno avuto nella sede della Regione con Anci Toscana e Uncem Toscana, per decidere ulteriori forme di protesta contro il piano di Poste Italiane Spa. E' stato anche deciso di richiedere un incontro in tempi brevi con i parlamentari toscani. E tra i firmatari delle lettera a Matteo Renzi c'è anche il sindaco di Casole d'Elsa Piero Pii, in attesa dell'esito della formulazione del ricorso al Tar

Ecco il testo della lettera.

"Come ben sai, vista la tua esperienza di Sindaco, gli uffici postali sono presidi essenziali per tanta parte della popolazione, soprattutto per gli anziani e per chi abita lontano dai grandi centri – si legge in uno stralcio della lettera inviata al Premier Renzi dai sindaci toscani - Poste italiane è una società sana, a controllo interamente pubblico, che se da un lato persegue giustamente il contenimento dei costi, dall’altro non può sottrarsi dal garantire un servizio fondamentale, garantito ai nostri cittadini da norme nazionali ed europee”.

Non solo: nella missiva vengono evidenziate anche le iniziative messe in campo per scongiurare la chiusura degli uffici postali, tra i quali anche quello di Pievescola. “Anci Toscana, insieme a Regione Toscana e ad Uncem Toscana, si è fatta carico di questa protesta ed affianca i Sindaci in questo difficile confronto, che passa anche da un ricorso al Tar che ogni Comune coinvolto sta preparando e presenterà nello stesso momento”.

Infine la richiesta di aiuto inviata a Renzi: “Siamo a chiederti la disponibilità per un tuo intervento per un confronto tra il Governo e Poste Italiane, con il coinvolgimento delle amministrazioni locali, per verificare la possibilità di continuare a garantire un servizio riconosciuto come universale”.