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Poggibonsi ricorda la sua Liberazione

Il 18 luglio del 1944 la città venne liberata: iniziative a ricordo della giornata con il sindaco Bussagli

Tutta la città di Poggibonsi festeggia e celebra la propria liberazione, avvenuta il 18 luglio 1944. Per ricordare infatti la fine della guerra, la liberazione dal nazifascismo e l'entrata a Poggibonsi delle truppe Alleate del generale Juin, il Comune di Poggibonsi e la locale sezione dell’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani Italiani), hanno organizzato le celebrazioni che si svolgeranno venerdì 18 luglio.

Sarà il sindaco David Bussagli a deporre, alle 9,30 quando in piazza XVIII luglio, una corona alla lapide in memoria della Liberazione. Successivamente, intorno alle 10, è prevista la deposizione di una corona alla “Casa di Chesino” di viale Marconi, al cippo dedicato ad Alcide Cervi, ‘Papà Cervi’, padre dei sette fratelli uccisi dai fascisti nel 1943 a Reggio Emilia.

Poggibonsi fu liberata il 18 luglio del 1944 dopo dieci giorni di battaglia. Fondamentale è stato il ruolo svolto dalle brigate partigiane valdelsane, che nei pressi della città parteciparono attivamente alla battaglia contro l’occupazione nazi-fascista, fianco a fianco con le truppe alleate che avevano superato lo sbarramento tedesco nella zona di Cedda. Dopo i partigiani inseguirono i tedeschi fino oltre Barberino Val d’Elsa. La liberazione di Poggibonsi poi avvenne in seguito all’avanzata delle truppe del corpo di spedizione francese comandate dal generale Alphonse Juin. Il fronte della guerra si spostò a Poggibonsi dopo che le truppe avevano combattuto aspramente nella zona tra Colle Val d’Elsa e San Gimignano. I soldati entrarono a Poggibonsi dove trovarono soltanto le macerie di una città deserta colpita dai bombardamenti alleati durante i mesi dell’occupazione tedesca.

Poggibonsi è stato un Comune socialista in epoca prefascista grazie ad un forte movimento operaio e contadino. Durante il periodo fascista furono diverse decine i processati dal Tribunale Speciale e i confinati. Molti di più furono coloro che, pur non essendo attivi nell’antifascismo, espressero una forte opposizione passiva al regime. Con lo scoppio della guerra ed il passaggio del fronte, forte fu l’impegno della Resistenza.