Cultura

"Lo strappo", l'arte per parlare di violenza

Un'installazione fotografica di forte impatto emotivo per affrontare temi importanti. Appuntamento dal 17 al 20 febbraio al Politeama

Un racconto sulle fasi ed i processi interiori ed esteriori in una bambina di nove anni che si trova, a causa di una situazione familiare degradata in una cantina, con un uomo. Un incipit che urta e fa provare ribrezzo e fastidio, è da qui che comincia il vero e proprio ritratto fotografico di ciò che avviene. Le foto sono una rappresentazione metaforica dell’evento che racconta la vera e propria testimonianza storica di un fatto realmente accaduto, rendendo la mostra terribilmente reale e autentica.

L'obiettivo è quello di sensibilizzare ed avvicinare lo spettatore al vissuto emotivo, cercando una connessione empatica che permetta un legame su un piano profondo e l’immersione dello spettatore nella scena stessa, come vittima o come carnefice. Alle foto saranno affiancate alcune frasi evocative estratte dalla poesia “Lo Strappo”, che aiuteranno nell'elaborazione del processo.

La particolarità del progetto sta nel "costringere" lo spettatore, anzi la persona, a calarsi “nei panni di...” catapultata in un loop di emozioni da cui sarà complicato uscire. Si tratta di una mostra fotografica interattiva che vuole proporre un’esperienza visiva, uditiva e tattile per stimolare un coinvolgimento profondo e attivo da parte dello spettatore. Appuntamento dal 17 al 20 febbraio presso la sala Set. del Politeama di Poggibonsi.

L'idea è nata da una collaborazione tra la fotografa poggibonsese Erika Rubino e la counseling Costanza Mascilli Migliorini e ha riscosso un grande successo in una prima rappresentazione alla biblioteca di Villa Bandini a Firenze. Un evento che vuole turbare, sconvolgere e far pensare, per strappare un velo di indifferenza su certi tipi di violenze che accadono troppo spesso e restano nascosti per vergogna e timore.