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La Filtem Cgil chiede a Gsk di produrre i vaccini

Il sindacato propone all'azienda farmaceutica di superare il concetto di concorrenza e unirsi a Pzifer per aumentare la diffusione del siero

Nonostante l'Italia sia la prima nazione in Europa per numero di vaccinazioni, la strada per arrivare a coprire una buona fetta della popolazione è ancora lunga. Da questo fatto, parte una richiesta alla Gsk, multinazionale farmaceutica che opera nel territorio di Sovicille, di contribuire allo sforzo produttivo.

La Filtem Cgil afferma: “Gsk, lo abbiamo già detto, ha un potenziale enorme in termini produttivi, soprattutto nel settore dell’infialamento e del confezionamento. Trasferire da un’altra Azienda agli stabilimenti di Rosia un prodotto, o parte del processo, prevede delle procedure che normalmente impiegherebbero molti mesi, ma se è stato realizzato un vaccino in un anno si può ragionevolmente pensare che si possa fare anche altro in brevissimo tempo. È il momento di abbattere i tradizionali confini e rompere lo status quo: una collaborazione tra aziende concorrenti, mai vista prima, per uno sforzo globale in cui ogni Paese mette a disposizione la propria capacità produttiva”.

Il sindacato prosegue spiegando che se la Pzifer non ce la fa a coprire il fabbisogno è necessario che altre realtà farmaceutiche la supportino nella produzione di vaccini, superando la logica della concorrenza commerciale. Accordi di questo genere sono stati stipulati in India, in Cina, in Sudamerica, Usa, Germania, e la Francia si sta attrezzando.

Conclude la Cgil: “Riteniamo, superando qualsiasi forma di pregiudizio e con il coinvolgimento di tutti gli attori decisionali, Regione Toscana compresa, che sia giunto il momento di unire le forze e che anche l’Italia e Gsk possano contribuire a sconfiggere questa enorme piaga planetaria”.

Una proposta, quella della Filtem, che viene fatta per cercare di accelerare la copertura sulla popolazione, per garantire la ripresa in sicurezza delle attività economiche e la ripresa dell'occupazione in tanti settori produttivi adesso in sofferenza.