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Curarsi altrove, Toscana fra le regioni più attrattive

La sanità toscana è nella rosa delle prime 10 più scelte in Italia per i pazienti che arrivano da altre regioni. Lo studio della Fondazione Gimbe

La sanità toscana è fra le più attrattive d'Italia per i pazienti che scelgono di curarsi in regioni diverse da quella di loro appartenenza: si chiama mobilità sanitaria e a studiare i flussi relativi al 2021, dunque in piena pandemia da Covid-19, è stata la Fondazione Gimbe.

La Toscana quell'anno ha accolto il 4,9% di persone da altre regioni italiane, concorrendo a formare il 25,6% della mobilità sanitaria attiva nazionale insieme a Lazio (9,5%), Piemonte (6,8%) e Campania (4,4%) per collocarsi al sesto posto sullo scenario nazionale.

Sì perché la parte del leone con tanto di podio a raccogliere quasi la metà della mobilità attiva è per Lombardia (18,7%), Emilia-Romagna (17,4%) e Veneto (12,7%).

Il 25,6% residuo di pazienti che si spostano è ripartito nelle altre 14 fra regioni e Province autonome. 

Campania a parte, chi si sposta sceglie di farlo dal Meridione d'Italia verso il Nord, ma è interessante osservare come alcune fra le regioni ad alta attrattività siano anche quelle con i più alti indici di fuga: sono Lazio (12%), Lombardia (10,9%) e Campania (9,3%) che da sole compongono quasi un terzo della mobilità passiva nazionale generando debiti superiori ai 300 milioni di euro ciascuna.

La sanità toscana che piace: i numeri

In soldoni, quando vale il flusso di pazienti da altre regioni? Nel 2021 la sanità toscana che piace ha avuto, secondo l'elaborazione dell'Osservatorio della Fondazione Gimbe, un saldo positivo di 9,2 milioni di euro.

Nei confronti delle altre regioni la Toscana vanta crediti per 193.389.350 euro, al 6° posto in Italia, ma ha anche debiti che la collocano al 12° posto nello Stivale con un ammontare di 184.145.250 euro. Dal bilanciamento fra i due dati deriva il saldo positivo di cui sopra.

Quanto a capacità attrattiva del privato accreditato, la Toscana è 14a in Italia con un'erogazione dal privato che copre il 29,3% della richiesta di prestazioni espressa dal totale della mobilità sanitaria attiva a fronte di una media nazionale del 54,7%.