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Flash flood, cos'è il fenomeno che allaga la Toscana

Reticolo idrografico minore in crisi, sistema di scolo che non riesce a scaricare a sufficienza, fiumi gonfi e allerta continua: ecco perché succede

Flash flood sul monte Morello a Sesto Fiorentino

Corsi d'acqua e torrenti gonfi, sistema urbano di scolo che non riesce a scaricare a sufficienza, allagamenti e allerta continua: il fenomeno che in questi giorni allaga la Toscana si chiama in gergo tecnico flash flood, vale a dire alluvione lampo generata da temporali forti, improvvisi, di breve durata che scaricano in punti precisi.

A spiegare cosa sta succedendo in Toscana è il Consorzio di bonifica Medio Valdarno che ha dovuto fronteggiare nelle scorse ore fenomeni temporaleschi che si sono abbattuti in diverse aree, quasi uno al giorno, in forma estremamente localizzata con conseguenze critiche tra Montelupo Fiorentino, Poggibonsi e Sesto Fiorentino alle porte del capoluogo toscano.

"Innanzitutto è bene fare chiarezza sulle cosiddette ‘alluvioni urbane’, ovvero gli eventi alluvionali di centri urbani in cui l’acqua, oltre a ruscellare in superficie, fuoriesce dalle reti di drenaggio artificiali o dai fossi urbani minori spesso tombati, sono riconosciute tra gli eventi calamitosi di origine meteorologica a cui è associato il più alto rischio di danneggiamento di beni, attività ed infrastrutture e, spesso, di perdita di vite umane", premettono gli esperti.

In quest’ambito le alluvioni si distinguono a loro volta fra ‘fluviali’ e ‘pluviali’, con le prime che avvengono in prossimità e a causa della esondazione di un corso d’acqua mentre le seconde possono avvenire in qualsiasi zona di una città dove vi sia una rete di drenaggio urbano specie con eventi di pioggia intensi (più di 30 millimetri l'ora) e di breve durata (meno di tre ore) che sovraccaricano il sistema delle infrastrutture di scolo stradale, fognario e via dicendo.

Il presidente del Consorzio di bonifica Medio Valdarno Marco Bottino parla di "nemico subdolo e violento": "Dopo Montelupo, Poggibonsi e poi Sesto Fiorentino - racconta - in molti mi hanno chiamato per manifestare il loro stupore per questi eventi. Cosa fare? Lavorare per mantenere e prevenire è senz’altro una chiave per mitigare il rischio e limitare i danni. Ma non sempre è sufficiente", conclude.