Cultura

Ulisse “sbarca” a Monteriggioni

Per le Osterie letterarie, il 21 maggio, il libro di di Giovanni Kezich, edito da Baldini e Castoldi

Un libro serio ma assolutamente non noioso, mai, come deve essere un testo destinato a essere compreso da tutti e a interessare tutti. Anzi pare quasi un affascinante romanzo su un romanzo, con la scena finale degna delle sceneggiature di Tarantino.

Proseguono con "Ulisse non è lui" di Giovanni Kezich  le Osterie Letterarie al Castello di Monteriggioni, frutto della programmazione concertata dall’Amministrazione comunale con la Monteriggioni AD 1213 e Gli Amici del Castello, il 21 maggio, ore 18,30, in piazza Dante Alighieri presso il XXXI Canto.

Kezich scopre nel poema una trama nascosta che ci porta lontano dalle rassicuranti convenzioni della poesia eroica e ci introduce in un ambito enigmatico come quello di un giallo, una sciarada elusiva e tendenziosa che cerca di occultare una certa verità raccontandocene un’altra: come se il vero obiettivo dell’Odissea non fosse il glorificarsi delle gesta del suo protagonista, ma l’addolcire con le arti della poesia il rimorso per la strage di raggelante brutalità che, a dieci anni dalla caduta di Troia, si è consumata in un’isola remota lasciata a se stessa, dove il re non era mai tornato.

Forte di un’intuizione folgorante maturata a contatto con il testo di Omero, “Ulisse non è lui” non è la semplice enunciazione di uno scoop interpretativo, ma una rilettura approfondita, illuminante e fascinosa del poema più letto e più amato della storia: una scommessa, ambiziosa e coltissima, che punta a riconsiderare daccapo l’Odissea come un documento antropologico, che può forse raccontarci, dell’antica civiltà greca come di noi stessi, molto più di quello che sinora abbiamo saputo capire. 

Non solo Ulisse non è lui, ma neanche Omero lo è. Se è per questo, nemmeno Itaca è Itaca, ma Cefalonia. Anche l’Odissea stessa, alla fine, sarebbe una collazione di storie e leggende marinaresche intrecciate in un plot narrativo a effetto, così potente che ancora oggi la storia del marinaio re di Itaca che vaga per il Mediterraneo fra dee, ciclopi e maghe incantatrici è una delle più popolari nel mondo.
Giovanni Kezich ha studiato antropologia e archeologia a Siena e a Londra, si è occupato di poesia orale e di graffitismo pastorale rupestre, di mascherate carnevalesche e di cultura alpina, essendo stato per trent'anni direttore del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele all'Adige. È stato campione italiano nel concorso nazionale dell’Accademia dell’ottava.

Etnografo di vaglia, personalità brillantissima, dotato di una simpatia prorompente, ha pubblicato tra l’altro: I poeti contadini. Introduzione all’ottava rima popolare (1986), Some Peasant Poets. An Odyssey in the Oral Poetry of Latium (2013), Carnevale re d’Europa (2015, Premio Gambrinus), Carnevale. La festa del mondo (2019) e, insieme a Marta Bazzanella, Shepherds Who Write. Pastoral Graffiti in the Uplands of Europe from Prehistory to the Modern Age, con la prefazione di M.J. Rowlands (2020). Da periegeta archeofilo, ha tradotto e curato il diario del viaggio etrusco di D. H. Lawrence (Paesi etruschi, con un contributo di Massimo Pallottino, 1985) e sul tema odissiaco Cefalonia. L’Itaca di Omero. L’enigma risolto (2020) di N. G. Livadas.