Politica

Barberino-Tavarnelle, c'è il si

I due Comuni verso la fusione: ripercussioni in tutta la Valdelsa, tra opportunità e opportunismo

Sul processo di fusione tra Barberino e Tavarnelle, come naturale conseguenza di un percorso di collaborazione consolidato e condiviso nel corso degli anni, ci credono fermamente i consiglieri comunali. A cavallo tra la Valdelsa e il Chianti le due entità fanno un ulteriore passo in direzione di quella che potrà essere ritenuta una reunion storica, considerate le radici e i legami amministrativi che per secoli hanno tenuto insieme il territorio e le sue comunità. E' stato approvato a maggioranza nella seduta del Consiglio comunale di Barberino il documento sul tema della fusione elaborato dal capogruppo Francesco Grandi e condiviso nei contenuti da Tiberio Bagni e Giacomo Cencetti, rispettivamente capogruppo di maggioranza del Centrosinistra per Tavarnelle che andrà a discuterlo fra alcune settimane nella sala consiliare Luigi Biagi e capogruppo del gruppo di maggioranza del Consiglio dell'Unione comunale del Chianti fiorentino.

“Non crediamo nei percorsi forzati di fusione tra comuni - commentano i capigruppo - attraverso proposte di legge che mirino ad unificare obbligatoriamente e indiscriminatamente enti locali, al contrario sosteniamo il ruolo centrale dei Comuni ai quali affidare il compito di ridisegnare e riorganizzare la governance locale con l'obiettivo di giungere ad un assetto istituzionale stabile basato sulle scelte autonome dei sindaci e dei consigli comunali”.

La fusione, processo seguito da altri comuni toscani, è ritenuta dai consiglieri comunali un'operazione necessaria e strategica ai fini dell'efficienza amministrativa, della qualità dei servizi, dell'ottimizzazione delle risorse. Una situazione qualora andasse in porto il tutto in tempi rapidi che avrebbe ripercussioni anche in Valdelsa: non solo sulle strategir di area e di confine, vedi Poggibonsi, ma anche e soprattutto perchè si aprirebbero nuove strade che potrebbero essere seguite anche da altre entità, Casolele Radicondoli su tutti. E poi si sono anche i conti da far quadrare, con il sostanzioso contributo che arriva dalla Regione Toscana, che come minimo garantisce ad ogni comune originario 250mila euro all'anno per cinque anni.