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Sport venerdì 25 aprile 2014 ore 08:30

"Il Comune non ci è stato vicino"

Lo stadio Lotti una delle controversie tra la società giallorossa e il Comune

Infortuni, sviste arbitrali e uno sponsor che non c'è più. Il Ds Cianciolo: "Abbiamo fatto il possibile, ma adesso non buttiamo via tutto"



POGGIBONSI — Penultimo atto per il Poggibonsi che domenica farà visita al Gavorrano. I Leoni sono ormai matematicamente retrocessi in serie D e anche in virtù di questo il Direttore Sportivo Giuseppe Cianciolo ha voluto fare il punto della situazione.

“Siamo amareggiati e dispiaciuti per l'epilogo del nostro campionato, ma con la coscienza a posto per aver cercato di lavorare al meglio per il bene di questa società. Adesso il Presidente è in vacanza per ricaricare le pile, mi auguro che ritorni con la giusta serenità e tranquillità e magari con lo slancio e la passione di sempre".
Pianigiani, dall'aver dichiarato nei mesi scorsi di non voler rimanere alla guida del Poggibonsi in caso di Serie D, ha poi lasciato aperta la possibilità di rimanere comunque in viale Marconi.
“La mia considerazione personale è che questa è una società che non può e non deve chiudere. Qua ci sono stati importanti investimenti allo Stadio Lotti, al Centro Sportivo di Maltraverso, nei giocatori. Abbiamo circa duecento ragazzi tra settore giovanile e scuola calcio e poi ci sono, non dimentichiamolo, tutti i dipendenti e le persone che lavorano per la nostra società nell'organizzazione tecnica dei vari campionati. Il nostro Presidente è persona che pensa agli altri e conosce bene tutte queste situazioni e quindi dovrà fare un'attenta valutazione come lui stesso ha detto pochi giorni fa. Ricordiamoci inoltre che qui c'è buona organizzazione per fare calcio e che la società è solida economicamente"
Come si prospetta il finale di questo campionato per il Poggibonsi?
“Il nostro dovere è di finirlo nel meglio modo possibile, chi va in campo dovrà onorare la maglia e questo campionato. Magari è il momento di vedere in campo qualche ragazzo della Berretti per valutare un futuro impiego in prima squadra per il prossimo campionato. Penso che per la Serie D abbiamo degli ottimi giovani in casa nostra. E' vero, abbiamo due gare contro squadre che non hanno più nulla da chiedere a questo campionato come noi del resto, ma ripeto, il minimo che possiamo fare è onorare la maglia ed il campionato”.
E quale sarà a tuo giudizio il futuro del Poggibonsi calcio?
“Servono tre cose per fare calcio a questi livelli: un Presidente, i denari ed uno stadio. Io credo che il comune di Poggibonsi o la politica locale dovrà necessariamente intervenire allo Stadio Lotti per metterlo a norma indipendentemente dalla categoria nella quale giocheremo nella prossima stagione. Anche perché se il comune da in affitto uno stadio ad una società di calcio, il bene dato in affitto deve essere a posto in tutte le sue caratteristiche. E ad oggi il nostro stadio è malridotto. Inoltre credo che in Lega Pro l'aspetto politico in qualche modo conti nel senso che l'amministrazione comunale deve far sentire nelle parole e nei fatti la vicinanza alla società di calcio. A Poggibonsi l'amministrazione comunale non ci è stata vicinissima, qualcosa nei fatti è mancato. Per fare calcio a questi livelli la società di calcio deve pensare alla squadra, all'organizzazione interna, al settore giovanile mentre è compito dell'amministrazione comunale pensare allo Stadio da un punto di vista strutturale, mentre la gestione ordinaria può anche essere a carico della società. Nella nostra Valdelsa è rimasto poco di calcio ed a Poggibonsi, se l'amministrazione comunale vuole bene al calcio poggibonsese, deve dare una mano perché fare un campionato come questo con un solo presidente e senza importanti sponsor è dura. Noi abbiamo sicuramente commesso degli errori ma abbiamo speso ed investito quello che potevamo senza fare il passo più lungo della gamba. Ripeto, con le risorse che avevamo a disposizione abbiamo disputato un campionato cercando di fare il meglio possibile per questa società e per questi colori".
Nell'anno della riforma e del campionato di Seconda Divisione più difficile di sempre...
“Istituzionalmente penso che sia prevalsa la linea di far fare la Lega Pro unica ai grandi centri, alle grandi città rispetto alle piccole cittadine. O per lo meno questo è quello che è successo nel nostro girone, eccezion fatta per il Melfi. A Poggibonsi, inutile girarci intorno, allo stadio ci sono sempre le solite quattrocento persone che comunque non sono poche rispetto ad altre piazze: qua non c'è ricambio generazionale negli spalti ed alla lunga ha il suo peso specifico fare incassi con trecento paganti rispetto ai quattromila di alcune piazze importanti".
La possibilità del ripescaggio è una strada percorribile?
“Per prima cosa dobbiamo attendere i criteri dei ripescaggi ma soprattutto, per poter presentare domanda di ripescaggio, ci dobbiamo iscrivere alla Serie D. Sarà comunque difficile essere ripescati vista la nostra posizione di classifica, dipende però tanto dai criteri di ammissione alla futura Lega Pro unica: se saranno criteri rigidi e controllati a dovere tante squadre faranno fatica a depositare la fideiussione o a mettersi a posto con i pagamenti dell'Iva".
Ed il "parco giocatori" giallorosso?
“In Serie D saranno vincolati al Poggibonsi i giovani di serie mentre i giocatori in scadenza saranno tutti svincolati".
Hai qualche rimpianto relativo a questa stagione?
“Alcune situazioni non sono state gestite bene come quella di Civilleri. Sai, la nostra squadra si basava su tre, quattro giocatori che erano l'asse portante della squadra: Checchi, Croce, Civilleri e Pera insieme a tanti giovani di buone prospettive come i vari De Vitis e Baldassin. Tornando all'asse portante credo che Checchi abbia disputato un ottimo campionato, Croce nelle ultime dieci stagioni ha sempre disputato una trentina di gare mentre in questa ha praticamente dovuto stare fermo tutto il girone di ritorno e Civilleri, che ad inizio campionato è stata la sorpresa più importante della squadra, ha dovuto addirittura smettere di giocare per un infortunio. Diciamo che non ci è girata molto bene mentre per Pera il discorso è diverso: con il capitano ci sentiamo spessissimo e ci lega una profonda stima reciproca ma aveva deciso di andar via anche perché i due anni e mezzo di contratto offerti dal Pontedera noi non glieli potevamo garantire. E questo è lavoro e come per tutti è importante guardare al futuro, non ce lo scordiamo mai. Purtroppo non mi è riuscito sopperire alle assenze di questi tre giocatori con le risorse a disposizione e questo se vogliamo lo possiamo catalogare come un errore. Rimane il fatto che anche io penso che la sconfitta a Castel Rigone sia stata determinante per il nostro campionato. Dopo quella gara abbiamo perso un po' la testa e magari quello sarebbe stato il momento di dare uno scossone a tutto l'ambiente per ritornare sulla retta via. E poi non dimentichiamoci i vari episodi arbitrali sfavorevoli a partire appunto dalla gara di Castel Rigone per poi continuare nelle gare di andata contro Teramo e Foggia e nel ritorno contro Aversa Normanna, Chieti, Vigor Lamezia...diciamo che è stata una stagione dove veramente poco ci è girato per il verso giusto".


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