La conclusione del viaggio
di Chi mette al centro la persona - lunedì 18 aprile 2022 ore 07:30
Questo nostro viaggio è iniziato in un delizioso cafè bistrot avvolto dai caldi colori di un tramonto autunnale. Siamo partite con due tisane, alcuni biscotti al burro a forma di stella e tantissime idee. Averle viste prendere forma, settimana dopo settimana, articolo dopo articolo, è stato bellissimo e gratificante.
Abbiamo gettato semi, abbiamo piantato parole e abbiamo avuto la fortuna di vederle germogliare e fiorire. Rileggendo il nostro «diario», il nostro quotidiano impegno nel mettere al centro la persona si è rinnovato grazie all’unione di occhi, menti, cuori e parole che hanno generato dialoghi e nuovi progetti.
Ringraziamo il Direttore di QUInewsValdera Marco Migli per aver creduto nel nostro progetto.
Grazie ad ogni singolo lettore, perché ci ha permesso di far volare nel tempo e nello spazio le nostre idee.
Concludiamo il nostro «diario di viaggio» con le nostre singole voci sull’esperienza vissuta.
Se dovessi scegliere una metafora, VERSI-AMO è una pianta che affonda le sue radici nel prendersi cura della persona. I semi settimanalmente gettati nelle vesti di contenuti e immagini, sono fioriti in dialoghi dalle varie sfumature.
Sostare ai piedi di questa profumata pianta, mi ha aiutata a riflettere e a pormi domande grazie agli occhi di chi mette al centro la persona con la testimonianza delle proprie azioni nel quotidiano in ogni ambito: la famiglia, il sociale, il lavoro.
Carmen Talarico, docente, scrittrice e poetessa
Le parole pesano e non poco.
Ed è stato bello poter vedere, gustare il loro potere settimana dopo settimana, articolo dopo articolo.
Un dipanarsi di immagini, suggestioni, punti di vista sul mondo e sulle emozioni, osservato da occhi simili, occhi di donne, ma diversi, perché appartenenti a professioni differenti. Un’esperienza bellissima!
Federica Giusti, psicologa, psicoterapeuta sistemico-relazionale
Avere la possibilità di riflettere sull'importanza delle parole al di là del loro significato tecnico è stato un dono prezioso.
Ho potuto offrire uno sguardo nuovo sulla mia professione ed è stato davvero bello poter entrare nel mondo di altre donne e professioniste con le loro parole e i loro occhi.
Ilaria Fiori, avvocata
Trasformare in parole le immagini, i sentimenti e quello che mi attraversa quando sono in natura, tra gli elementi, il bosco e gli alberi, non è stato banale. Recentemente ho scoperto che altre lingue dispongono di parole che racchiudono l’essenza dei sentimenti che nascono dal contatto, la connessione e la contemplazione della natura. Una parola che ho amato lo scorso mese, durante le camminate meditative che organizzo, è stata Mono No Aware, una parola Giapponese che parla del “pathos” (aware) delle “cose” (mono) derivate dalla loro caducità e in particolare l’evanescenza della bellezza dei fiori di ciliegio. Oggi ringrazio Carmen per aver acceso in me l’atto creativo della parola in VERSI-AMO Blog e le donne che ogni settimana lo hanno arricchito.
Sara Tosi, naturopata
La parola, come un fiume carsico, emerge inaspettatamente ed il valore è dato dalla presenza anche oltre la sua momentanea percezione.
Nel caso del nostro Blog la partecipazione tra i redattori, contemporaneamente lettori, ci permette di vivere la stessa esperienza, rivelandoci contenuti che si rinnovano proprio in virtù del contributo di tutti.
Maria Cristina Cavallaro, psicologa e psicoterapeuta, PHD Neuroscienza Mediatrice ADR
Partecipare al Blog VERSI-AMO è stata una riflessione sul significato profondo delle parole e della loro importanza nella nostra vita privata e professionale.
Il confronto con altre donne di diverse provenienze professionali mi ha permesso di conoscere diversi punti di vista su questo concetto.
Renata Otfinowska, illustratrice e grafica
Il Blog VERSI-AMO è stato come un prendersi cura delle radici e di sé con gli occhi di professioniste diverse che condividono le parole di chi mette sempre al centro la persona.
Un’esperienza arricchente e gratificante, che ha generato dialoghi e confronti costruttivi.
Lina Talarico, docente
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IL COMITATO TECNICO SCIENTIFICO
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