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Cultura mercoledì 15 ottobre 2014 ore 16:56

Il Decamerone tra rilettura e attualità

Una conferenza spettacolo del professor Giovanni Faso per una nuova ed entusiasmante spiegazione dell'opera di Giovanni Boccaccio



Come sta la civiltà Occidentale a quasi 700 anni dalla scrittura del Decameron? Siamo riusciti a fare tesoro degli insegnamenti di libertà fisica, civile, intellettuale che l'autore del Decameron dispensava ai suoi contemporanei o, in questo inizio di millennio, complici anche le paure della crisi economica e il ripiegamento della società su sé stessa, la lettura di questa opera può ancora dirci e darci molto? Domande interessanti alle quali cercherà di trovare una risposta Giuseppe Faso, nel corso di una conferenza spettacolo che si terrà sabato 18 e 25 ottobre alle ore 17 presso la biblioteca comunale. Un incontro inedito, dal titolo “La vita e nient'altro – il Paradiso al tempo della peste” in cui Faso, con la collaborazione del musicista Pasquito Chiti, cercherà di far entrare gli appassionati in un mondo lonmtano, ma mai attuale come adesso.

“Ho insegnato nei licei per trent’anni e ho sempre incontrato attenzione ed entusiasmo negli adolescenti quando ho proposto letture impegnative ma senza obblighi di riassunti e griglie – spiega Giuseppe Faso – invitandoli invece a condividere con gli altri interessi, difficoltà e passioni. Il lavoro aumentava, ma anche la qualità e la crescita umana, per loro e per me”.

Da questa positiva esperienza in ambito scolastico Giuseppe Faso, oggi in pensione ma sempre attivissimo, ha ideato queste conferenze dedicate all'opera massima di Giovanni Boccaccio, il Decameron.

“L'aggiornamento, montaggio ed esposizione del Decameron che propongo nasce anche per colmare la distanza che c'è fra l’immagine tradizionale di Boccaccio, sia nelle scuole che nel senso comune, e le acquisizioni filologiche e critiche degli ultimi decenni. Per sfuggire ai nocivi effetti della pestilenza dieci giovani si riuniscono fuori Firenze, praticando comportamenti dignitosi e onesti, e nel corso di dieci giorni si narrano novelle in un giardino sottratto alla terribile emergenza, ma anche all’universo delle consuetudini”. Una rilettura in chiave moderna, senza tralasciare gli aspetti esteriori e tipici dell'opera di Boccaccio: “Ce n’è abbastanza – puntualizza il professore - non tanto per dotare il Decameron di una attualità che lo deformerebbe, ma di porsi una domanda ben più radicale ed efficace, ovvero cosa ne è di noi, e delle nostre angustie civili, rispetto alle proposte del Decameron”.


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