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Cronaca giovedì 02 aprile 2015 ore 18:34

Minorenne arrestato, estorsione ad un coetaneo

Minacce e botte ad un compagno di scuola per avere in cambio dei soldi: i geitori della vittima se ne accorgono e fanno intervenire i Carabinieri



POGGIBONSI — Episodi di bullismo in Valdelsa che fanno sicuramente riflettere. Un caso venuto alla luce grazie ai Carabinieri di Poggibonsi per una storia davvero inquietante. Uno studente campano, residente in Valdelsa da alcuni anni con la famiglia, giovanissimo ma già pregiudicato, ha pensato bene di riproporre quello che, quotidianamente, vedeva in televisione. È stato semplice per il giovane bullo, secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri, passare dalla teoria alla pratica. Ha individuato un compagno di classe più mite e debole ed ha iniziato a prenderlo di mira. Il passo dal bullismo all’estorsione è stato tanto semplice quanto scontato. Picchiare e minacciare i compagni è un modo per affermare, in una società degradata, la propria autorità all’interno della scuola, ma spesso non basta per permettersi capi di abbigliamento firmati, cellulari di ultima generazione ed uscite extra la sera. Per questo motivo il bullo ha scelto la sua vittima ed ha iniziato a pretendere soldi in cambio di una presunta protezione. La vittima, in questo caso, è un sedicenne poggibonsese che ha iniziato a consegnare soldi al compgano per non essere molestato e maltrattato. Il tutto ha inizio nell'ottobre scorso e inizialmente la vittima consegnava al suo “protettore” solo piccole quantità di denaro. Ma in poco tempo le pretese aumentano e il sedicenne non riesce più a garantire quelle richieste. E' così che l'aguzzino aspetta il compagno fuori dall'uscita della scuola e lo riempie di botte. Al giovane non resta altro che soddisfare quelle richieste sottraendo i soldi dal portafoglio dei genitori o della nonna.

E' qui che i genitori si accorgono di tutto, dei soldi spariti e del malessere del figlio: ma alla richiesta di spiegazioni non ottengono esaustive risposte. Tra le punizioni c'è il sequestro del cellulare e da un rapido sguardo nell'archivio dei messaggi, attraverso conversazioni scambiate con altri compagni, si accorgono subito di quale sia la verità. Il giovane a questo punto ammette di non voler più andare a scuola per timore delle botte ed i genitori sono costretti a rivolgersi ai carabinieri. Il modo per intrappolare l'aguzzino è semplice. Il giovane avrebbe dovuto consegnare in un appuntamento ben preciso 100 euro.

Al momento della consegna si fanno trovare anche i carabinieri in abiti civili che, dopo aver assistito a tutta la scena, perquisiscono il giovane bullo e lo arrestano in flagranza di reato e subito trasferito nel carcere minorile di Firenze.


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