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Attualità venerdì 24 aprile 2015 ore 19:42

San Lucchese e quel rito tra l'antico e il magico

Un rituale che si rispetta ogni anno per tutti i poggibonsesi, tra percorsi in salita, bancarelle, fuochi d'artificio e una natura unica di sottofondo



POGGIBONSI — La parte più bella di Poggibonsi è anche la sua parte più antica, ovvero "Poggibonizio" (come veniva chiamata durante il medioevo), essa è situata in una zona agricolo-boschiva ricca di opere e monumenti molto vicini tra di loro, ed infatti a poca distanza l'una dall'altra si trovano molte importanti opere storiche e di indubbia rilevanza artistica-estetica, come la Fortezza Medicea di Poggibonizio (costruita fra il 1488 e il 1511 su commissione di Lorenzo il Magnifico), poi vi è lo stupendo Castello di Badia di Poggibonsi, una delle “badie” più antiche d’Italia (come testimonia un documento del passaggio di propietà risalente al XI secolo), altra opera di pregiata fattura è il Convento di San Lucchese (costruito in più tappe tra il 1220 e il 1268), una splendida chiesa medievale che poggia su una collina circondata da lunghe file di cipressi; ed infine tra le opere più belle vi è sicuramente La Fonte delle Fate (opera realizzata da Balugano Da Crema nel 13° secolo), il cui ingresso è situato all'interno di un giardino con un bel laghetto a forma di cuore, mentre il resto delle sue mura è sovrastato da un soleggiato sboschetto privo di rovi

In questa zona di indubbio valore culturale e ricreativo il 28 Aprile si svolge la festa di San Lucchese (patrono della città di Poggibonsi), e si da luogo alla tradizionale "passeggiata" (più o meno 500 metri "in salita") che si dirama lungo la strada che dalla zona periferica a sud/ovest della città porta alla Chiesa di San Lucchese, il percorso è lungo ed in pendenza ma non ostante questo non risulta faticoso perchè il giorno della festa la via è spondeggiata di bancarelle dove ristorarsi e fare una buona merenda, ma la fatica è alleviata anche dalla distrazione che la mente riceve dai molti stimoli percettivi provenienti dai vivaci odori della primavera, che sopraggiungano dall'abbondante natura presente nella zona, mentre invece gli occhi sono distratti dalla frenesia dell'osservare la coinvolgente bellezza del tragitto, il quale inizia a valle partendo dalle due torrette merlate situate all'ingresso della cinta muraria esterna del castello di Poggibonsi (La Badia), e poi la strada si divincola in un cammino "esplorativo" che procede incrociando il giardino pubblico "Il Vallone", che ci aiuta a salire ombreggiando, con i suoi pini secolari, l'usuale calura primaverile , poi proseguendo lungo la via si incontra una fila di alti e maestosi aceri, i quali a loro volta precedono un gran bel prato verde con un laghetto antistante la stupenda Fonte delle Fate, contraddistinta dai suoi alti e antichi archi Medievali, perciò visto che tali meraviglie costeggiano la strada percorsa per arrivare fino in cima alla collina (ove è situata la chiesa del patrono) per molte persone è diventata un'usanza fermarsi lungo il cammino per visitarle tutte, inclusa la Fortezza Medicea e il suo "Cassero" (piccola città dentro le mura) e spesso chi desidera completare la scoperta di questo incantevole luogo fa "qualche passo" in più si avventura nel boschetto vicino a visitare anche il pregevole castello di Badia

Una volta raggiunta la meta in cima alla collina, dove si erge il convento, si percepisce subito un'aria più fresca e impregnata dall'odore della resina dei cipressi e dai pollini del vicino bosco, ma ciò che colpisce di più dell'apice di questa inebriante "vetta" è che essa ci permette di godere di un panorama fantastico, simile ad un acquarello colorato, in cui le protagoniste sono le suggestive campagne senesi con le circostanti valli soleggiate, le quali sono accompagnate sullo sfondo dalle torri di San Gimignano (ad ovest) e dai "merli" delle mura del castello di Strozza Volpe (ad Est), ma giunti al culmine di questa intensa passeggiata la cosa più bella è che dopo aver rigenerato "lo spirito" con l'estasi degli occhi possiamo chiudere il cerchio rigenerando anche il corpo semplicemente fermandosi su una delle due terrazze, situate nei pressi della chiesa (sul lato destro), a sorseggiare una bibita fresca accompagnata da uno squisito panino (preso al bar o alla bancarella) mentre guardiamo il panorama dall'alto e ci rilassiamo perdendoci con lo sguardo nelle nuvole che passano sopra di noi, che con il loro lento fluire nell'aria ci fanno sentire come se stessimo galleggiando su questi meravigliosi panorami, permettendoci di godere di uno spettacolo cosi rilassante che ci rasserena il cuore e mette la mente in armonia con il mondo e ciò che ci circonda

Infine l'anima della festa raggiunge il suo culmine quando viene sera perchè al tramontare del sole le persone smettono di mangiare all'ombra degli alberi o di giocare a palla nei prati, per andare a ritrovarsi nel piazzale davanti alla facciata della chiesa, in cui tutti insieme ci si raggruppa in attesa dei fuochi d'artificio, e al fatidico momento dell'accensione tutti indirizzano i loro sguardi verso il vicino poggio di ulivi, li di fronte, da cui i fuochi vengono lanciati, ma nell'attimo in cui vengono sparati si crea uno splendido effetto ottico in cui le scie dei fuochi passando tra gli ulivi ne aninamo le ombre, le quali come per incantesimo "danzano" illuminate dalle esplosioni di luci su in alto nel cielo stellato d'inizio primavera, creando tutto intorno una splendida atmosfera fatta di sensazioni colorate dai fuochi d'artificio e profumate dalla natura; portando cosi a compimento una splendida giornata dedicata all'estasi sensoriale ed alla inebriante bellezza di questo luogo "antico e magico"

Roberto Ferrucci


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