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Sport sabato 17 ottobre 2020 ore 16:33

Il pavè delle Fiandre inciso dai toscani

Fiorenzo Magni e Alberto Bettiol

Fiorenzo Magni ha vinto in Belgio per tre volte consecutive ed è ricordato come “il Leone delle Fiandre”. Domani corre per il bis il toscano Bettiol



. — W l’Italia Libera e Redenta. Da questa frase è nata la parola Wilier, usata per dare il nome alle biciclette che dal 1906 iniziarono ad uscire da una piccola industria di Bassano del Grappa. Molti anni dopo, alla fine della Seconda guerra mondiale, la questione legata al controllo della città di Trieste, contesa alla Yugoslavia, riscaldava gli animi degli italiani ed a Bassano del Grappa si pensò di aggiungere l’aggettivo Triestina alla parola Wilier.

L’Italia voleva lasciarsi alle spalle i dolori e le atrocità della guerra ed il ciclismo tornava ad appassionare la gente sulle strade rabberciate della penisola.

In questo contesto la famiglia Dal Molin, proprietaria di quella fabbrica di biciclette, decise di mettere insieme una squadra di corridori e Fiorenzo Magni fu tra questi.

Nel 1949, con la maglia alabardata e rosso ramata della Wilier Triestina, Fiorenzo Magni prese il treno e si recò in Belgio per partecipare al Giro delle Fiandre. La squadra non volle organizzare la trasferta e Fiorenzo Magni andò a titolo individuale, pagandosi il biglietto di tasca sua ed accompagnato solo da Tino Ausenda, il suo fidato gregario.

In Belgio utilizzò il poco tempo a disposizione per assoldare qualcuno che potesse garantirgli un minimo di assistenza meccanica ma non riuscì a trovare nessuno. Si sarebbe dovuto arrangiare da solo e pregare di non incorrere in gravi guasti meccanici. Per il rifornimento si mise d’accordo con un amico del titolare dell’albergo in cui alloggiava, per avere almeno una borraccia di tè ad ottanta chilometri dal traguardo.

Quel giorno il vaianese Fiorenzo Magni riuscì a vincere la corsa contro tutto e contro tutti, sfrecciando per primo sul traguardo acciottolato, tra due filari di platani monchi, battendo il campione del mondo Alberic “Briek” Schotte.

L’anno successivo Fiorenzo Magni si presentò ancora alla partenza di Gand insieme agli altri 219 partecipanti e vinse di nuovo, andandosene via sul muro di Grammont. Schotte fu ancora secondo tra i ventuno che riuscirono a concludere la gara ma stavolta arrivò dopo 2 minuti e 15.

Fiorenzo Magni vincerà anche nel 1951, staccando il francese Gauthier di oltre 5 minuti e mezzo ed entrando nella leggenda. Da allora nessuno ha vinto il Giro delle Fiandre per tre volte consecutive, da allora Fiorenzo Magni è ricordato da tutti con rispetto come “il Leone delle Fiandre”, da allora da quelle parti è diventato leggenda.

Domani un altro toscano torna su quelle strade di pavé con il numero 1 attaccato sulla schiena, si chiama Alberto Bettiol.

Anno scorso Alberto Bettiol ha vinto il Giro delle Fiandre con una azione stupenda per volontà ed ostinazione, nata quando mancavano 18 chilometri dal traguardo, sulle pietre del temuto Oude Kwaremont.

Poi il volo solitario fino a Oudenaarde.

Il percorso di questa inedita edizione autunnale misura 242 chilometri, i muri in pavé da affrontare sono diciassette e portano nomi ostici e leggendari come Oude Kwaremont e Kortekeer, come Wolvenberg e Paterberg, come Koppenberg e Steenbeekdries.

Ogni pietra che forma il pavé di questi muri ha una storia da raccontare e tutte parlano di fatica e determinazione, di biciclette in precario equilibrio e di muscoli disobbedienti che urlano di dolore.

Domani sarà una giornata dura e non solo per i corridori, in Belgio tra il 4 ed il 10 ottobre ci sono stati in media 5.057 contagi al giorno da coronavirus e gli organizzatori hanno predisposto rigide misure di sicurezza per tutelare la salute di tutti.

Le pietre però se ne fregano dei problemi che affliggono il genere umano ed attendono impassibili come sempre il passaggio dei corridori per mettere da parte altre storie da raccontare.

Magari potranno veder vincere ancora una volta un corridore toscano, maglia e caschetto fucsia della EF Cycling Pro, il numero 1 attaccato sulla schiena, Alberto Bettiol il nome scritto nella lista dei 247 partenti.

Non sarà facile ripetersi, il campione del mondo Julian Alaphilippe, il belga Wout Van Aert ed l’olandese Mathieu Van Der Poel godono dei favori del pronostico in tutte le sale scommesse del mondo.

Alberto Bettiol è tranquillo e si sente preparato “Farò il mio massimo come sempre, ma non sento la pressione, come l’anno scorso non sono il favorito, i favoriti sono altri”

Marco Burchi
© Riproduzione riservata


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