Sport sabato 03 aprile 2021 ore 14:30
Bettiol sfida il mostro di Melden
Il corridore toscano, già vincitore nel 2019, cerca il bis al Giro delle Fiandre, storica classica del nord famosa per i micidiali muri
MELDEN (BELGIO) — Melden è un piccolo ed anonimo villaggio belga delle Ardenne fiamminghe poco lontano dalle rive della Schelda.
A Melden c’è un mostro che ogni anno sta lì ad attendere i corridori che si cimentano alla Ronde Van Vlaanderen, al Giro delle Fiandre che si correrà domani.
Il mostro di Melden è un budello di strada che trafigge una bassa collina, alta appena sessantaquattro metri. Il mostro di Melden è un viottolo stretto fatto di sessantaseimiladuecentoquaranta pietre mute, irregolari e taglienti.
Il mostro di Melden misura nemmeno settecento metri ma schizza all’insù raggiungendo il 21% di pendenza. Il mostro di Melden si chiama Koppenberg.
Il Koppenberg non è vicino all’arrivo, di solito però chi riesce a passare tra i primi in cima al colle è come se ricevesse da quelle pietre ruvide una benedizione speciale, una carica misteriosa utile ad affrontare i chilometri ed i muri che ancora devono arrivare e giocarsi la vittoria finale di questa fantastica corsa che domani vedrà al via ben 247 corridori, compreso il toscano Alberto Bettiol, che nel 2019 la Ronde l’ha vinta ma che poi non è più riuscito a restare tra i grandi del ciclismo, nel gruppetto di quelli che ad ogni gara prestigiosa i bookmakers indicano tra i favoriti.
Sul Koppenberg l’impatto ripetitivo sui ciottoli fa perdere tutto lo slancio e mettere i piedi a terra significa dover fare uno sforzo immane per ripartire in tragico equilibrio sulle pietre. Le gambe tremano e le braccia diventano pesanti ma il peggio deve ancora arrivare. A circa tre quarti della salita la malefica strada si impenna ed il dolore nella parte bassa della schiena dei corridori raggiunge livelli sconosciuti, ogni dannata pietra risuona su e giù per il corpo inviando al cervello dolorosi messaggi.
Il Koppenberg “E’ il rimpianto di non aver scelto di starsene a casa” disse Claude Criquielon. “E’ messo lì solo per il gusto cinico di farti del male” disse Walter Godefroot. «Non è più ciclismo, è una barbarie! Finché il Koppenberg figurerà nel percorso della Ronde, non mi vedrete più!» disse il grande Bernard Hinault. “E’ come stare dentro una lavatrice” disse Vincenzo Nibali. «Tra tutte le salite, i muri, in tutte le corse della mia vita, il Koppenberg mi è rimasto dentro, come lo è una cima inviolabile. Ho quella sensazione quando ci ripenso» disse Jasper Skibby.
Il Grande Eddy Merckx invece non disse niente, ma una volta sul Koppenberg cadde e dovette spingere la bicicletta a piedi fino in cima, incapace anche lui di risalire subito in sella.
Prima e dopo il Koppenberg il Giro delle Fiandre prevede altri Muri da scalare, in tutto diciannove.
Il primo si chiama Katteberg ed attende i corridori dopo 102 chilometri dalla partenza di Anversa. L’ultimo si chiama Peterberg ed è una rasoiata di trecentosessantametri posta a soli 13 chilometri dall’arrivo a Oudenaarde.
I favoriti di quest’anno sono i soliti tre, quelli che hanno dominato l’inizio di stagione: Wout Van Aert, Mathieu Van der Poel e Julian Alaphilippe. Dietro di loro il redivivo Peter Sagan, il danese Kasper Asgreen, Florian Senechal ed un folto drappello di belgi, guidati dall’ultimo vincitore della Milano-Sanremo Jasper Stuyven, da Greg Van Avermaet e da Oliver Naesen.
I Muri delle Fiandre attendono i corridori per celebrare la liturgia della Ronde van Vlaanderen ed ogni fiammingo ne attende con impazienza l’epilogo.
Gli italiani attendono di vedere cosa faranno Matteo Trentin, Sonny Colbrelli e soprattutto Alberto Bettiol, arrivato però in Belgio con una forma non ottimale.
“Quest’anno, come molti altri corridori, devo giocare le mie carte presto e provare qualcosa da lontano.” - ha detto il ciclista di Poggibonsi - “È rischioso ma può funzionare se i tre big si guardano l’un l’altro. Se aspettassimo il finale sul Kwaremont come ho fatto nel 2019, ci staccherebbero e batterebbero nettamente. Loro possono anche vincere lo sprint in un gruppetto. Con la mia condizione attuale, non posso aspettare il Kwaremont. Devo sperare che succeda qualcosa prima e che tutto giri nel mio verso. Sarà una lotteria, ma non puoi vincere se non compri un biglietto.”
Marco Burchi
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