Lavoro venerdì 26 aprile 2024 ore 11:05
Operai specializzati, una chimera per le imprese
Unioncamere ha stimato un fabbisogno di 8.760 lavoratori nel solo mese di Aprile, il 48,8% di difficile reperimento con punte dell'89,2%
TOSCANA — Operai specializzati? Una chimera per le imprese toscane, con punte di difficoltà di reperimento fino all'89,2% specialmente nelle costruzioni e nel comparto tessile/abbigliamento, oltre che nell'estetica col 63,2%. Il dato giunge dal progetto Excelsior di Unioncamere, ed è stato diffuso da Cna nell'ambito della comunicazione dei risultati dell’indagine FuturArti promossa dalla stessa Cna con Simurg Ricerche.
Obiettivo della ricerca era quello di conoscere i fabbisogni di personale delle imprese artigiane e delle Pmi, ma anche le necessità degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, oltre che per studiare e agevolare il passaggio generazionale. A livello regionale la ricognizione ha coinvolto 1.521 aziende aderenti a Cna, 57 scuole secondarie di secondo grado, 1.858 studenti e 465 docenti.
Ebbene: in fase di assunzione, l’85,7% delle Pmi ha avuto, sta avendo e pensa di avere nei prossimi 12 mesi difficoltà nel trovare personale, più per mancanza di candidati (71,1% dei casi) che per preparazione inadeguata degli stessi. Quanto alla Città metropolitana di Firenze, solo il 9,8% degli studenti delle scuole superiori pensa che nei prossimi 10 anni svolgerà un lavoro come dipendente. Il 34,1% si vede all’estero, il 9,8% sempre in giro, senza una base fissa, e il 7,3% fuori regione.
Allargando l'orizzonte, per il solo mese di Aprile 2024 il progetto Excelsior di Unioncamere stima 8.760 lavoratori in entrata (2.030 nel manifatturiero, 560 nelle costruzioni, 1.180 nel commercio, 2.070 tra alloggio, ristorazione e turismo, 2.170 nei servizi alle imprese e 750 nei servizi alla persona), ma il 48,8% sarà di difficile reperimento, con punte dell’89,2% per gli operai specializzati delle costruzioni, dell’82% per gli operai specializzati del tessile e abbigliamento e del 63,2% nell’estetica.
Le imprese (il 49% delle quali ha intenzione di procedere ad assunzioni nei prossimi 12 mesi) reclutano il personale al di fuori dei circuiti pubblici (solo il 19% ricorre ai Centri per l’impiego), prevalentemente attraverso le relazioni personali. Accordi con Istituti scolastici/Università/enti di formazione potrebbero facilitare la connessione tra domanda e offerta, ma solo il 17,7% delle imprese li ha attivati.
La parola ai giovani
La distanza tra scuola e impresa viene ribadita a FuturArti anche dagli studenti che affermano di non aver alcuna esperienza di Pcto-alternanza scuola lavoro nel 63% dei casi. Tuttavia gli stage/tirocini presso le aziende sono considerati utili dal 73% degli studenti che li hanno provati.
Il 30% non conosce i percorsi formativi post-diploma, il 47,5% le opportunità lavorative offerte dal territorio e il 50% i canali per trovare lavoro. Il 52% non sa cosa siano i Centri per l’Impiego e l’82% cosa siano le associazioni di categoria.
Eppure il 40% degli studenti sarebbe interessato a fare l’imprenditore prevalentemente per il reddito, la libertà nell’organizzare il lavoro e la creatività, ma solo il 7,3% pensa che lo diventerà.
Quanto al problema del passaggio generazionale, FuturArti stima che interessi il 65% delle imprese, il 21,5% delle quali afferma di volerlo risolvere chiudendo l’attività o vendendola, essenzialmente per l’assenza di un successore (92,6% dei casi), causa mancanza di interesse da parte di figli e parenti a continuare l’attività familiare (48% dei casi).
Gli studenti sognano un futuro fuori dalla Toscana
“La sfida nel reperire personale è amplificata dalla riluttanza dei giovani a considerare l’occupazione locale come una valida opzione, limitando così lo sviluppo e l’innovazione economica del territorio. È cruciale agire tempestivamente per armonizzare l’offerta e la domanda di lavoro, ha affermato Giacomo Cioni, presidente di Cna Firenze Metropolitana, nel corso della presentazione della ricerca.
"La tendenza dei giovani a cercare opportunità altrove, unita alle complessità nel passaggio generazionale, ci impone di mettere in campo azioni adeguate sia a prevenire la perdita di talenti che a favorire il trasferimento di competenze tra generazioni, garantendo la continuità delle imprese. È essenziale, infine, superare il divario tra la forte aspirazione degli studenti a diventare imprenditori e la loro limitata fiducia nel poterla realizzare".
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