Attualità mercoledì 27 maggio 2015 ore 18:14
Una rete contro la violenza sulle donne
Sfida raccolta dal Centro Pari Opportunità della Valdelsa attraverso un evento formativo con il magistrato Fabio Roia
POGGIBONSI — Fare rete contro la violenza sulle donne, una sfida raccolta dal Centro Pari Opportunità della Valdelsa in collaborazione con il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Siena. Obiettivi precisi su lavoeri già avviati ed altre progettualità da portare a termine: “Un tavolo importante – ha detto il presidente del Centro Pari Opportunità Lucia Coccheri – un evento formativo molto partecipato e forte della presenza del magistrato Fabio Roia, presidente della sezione prevenzione del Tribunale di Milano, dell'avvocato Manuela Ulivi della rete nazionale dei Centri Antiviolenza e dell'avvocato Rossella De Franco, referente per le pari opportunità dell'Ordine degli Avvocati di Siena”.
L'evento, di natura formativa per
operatori di giustizia, forze dell'ordine e assistenti sociali, che
si è svolto nella giornata di oggi a Poggibonsi, ha affrontato il
tema della prevenzione e della lotta contro la violenza domestica
alla luce della conferenza di Istambul, ponendo ai partecipanti e
alla rete territoriale Valdelsa alcune questioni da approfondire e a
cui dare risposte.
Tra le questione emerse dal convegno quella
di come si affronta il problema sotto il profilo giudiziario: un
grande tema che, come ha sottolineato il giudice Roia, richiede anche
a Siena il formarsi di una avvocatura e di una magistratura
inquirente e giudicante altamente specializzata e autorevole in
questo ambito. Una sfida che sembra essere stata raccolta dai tanti
avvocati presenti e su cui il Cpo metterà in campo tutto il proprio
know-how a supporto dell’azione. Una seconda problematica,
strettamente legata alla prima, è quella di come la rete
territoriale si muove in caso di grave violenza domestica seguita da
denuncia della donna. Un tema particolarmente delicato e rilevante,
come ha sottolineato l’avvocato Ulivi, perché si tende a pensare
che la donna, dopo la denuncia, sia al riparo mentre in realtà è
esattamente l'opposto specie se continua la convivenza, la relazione,
il contatto con l'uomo che l'ha perseguitata. “Su questo – è
stato spiegato dai referneti del centro - dobbiamo lavorare come
tavolo, forti anche di una formazione sulla valutazione del rischio
che il nostro Centro e i Centri Antivolenza della Valdelsa hanno già
fatto con la formatrice oggi incaricata dal Ministero”.
La
terza questione affrontata ha riguardato il passaggio da essere rete
a come fare rete: “Questione dirimente – è stato sottolineato in
chisura della giornata - se vogliamo dare efficacia all'agire di
tutti i soggetti del Tavolo Valdelsa”.
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