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Cronaca sabato 30 aprile 2016 ore 18:42

Finge furto di alcuni oggetti della propria auto

Prima della denuncia li aveva smontati e venduti su internet: rischia 5 anni di carcere



VALDELSA — Una furbata che potrebbe costargli fino a cinque anni di carcere: è il finale di una truffa bella e buona messa in atto da un colligiano e scoperta dai carabinieri di Poggibonsi. M. F. colligiano classe 1977, commerciante aveva denunciato nei giorni scorsi di aver subito il furto di numerosi e costosissimi accessori dalla propria auto, una fiammante berlina tedesca, acquistata da poche settimane, dopo che aveva lasciato la vettura in sosta in uno dei parcheggi di San Gimignano.

Con dovizia di particolari, l’uomo ha raccontato ai carabinieri di essersi recato a San Gimignano per consumare una cena con amici e di aver quindi lasciato la propria vettura , in uno dei numerosi parcheggi che si trovano fuori le mura dell’antica cittadina. Con sommo stupore e dispiacere, al termine della cena, nell’accingersi a riprendere il veicolo, l’uomo ha constatato – stando sempre al racconto fatto ai carabinieri di San Gimignano - che ignoti gli avevano rubato i cerchi in lega, i fari allo xeno, il navigatore ed i due paraurti con sensori di parcheggio integrati, con danno per oltre 4mila euro.

In fase di denuncia l’uomo ha quindi aggiunto di essere assicurato contro tali danni ed ha quindi richiesto copia formale della denuncia per attivare le procedure di indennizzo.

Come prassi, i militari della Benemerita, dopo la denuncia, hanno svolto le indagini del caso, riscontrando, sin da subito, alcune anomalie nel racconto dell’uomo.

In primis, i carabinieri della locale stazione di San Gimignano, hanno scoperto, con sorpresa, che nessuna cena era stata svolta nel ristorante citato da M. F. in sede di denuncia. Nella sera indicata dall’uomo, infatti, quel ristorane osserva giorno di chiusura per riposo settimanale. Dopo tale anomalia, i Carabinieri hanno quindi verificato le altre dichiarazioni dell’uomo, scoprendo che nessuna delle persone citate quali avevano preso parte ad alcuna cena con il denunciante.

Alla luce di tali risultanze, i carabinieri hanno quindi deciso di svolgere mirati accertamenti per comprendere cosa fosse realmente accaduto.

Così facendo, i Carabinieri hanno acquisito le immagini di alcune telecamere della zona riuscendo a ricostruire che l’uomo, dopo alcuni passaggi nella periferia della città ed una breve sosta in uno dei parcheggi del posto, aveva ripreso la vettura per destinazione Colle val d’Elsa.

Una volta giunto a Colle l’uomo si è recato presso un’officina meccanica di un amico rimuovendo alcuni accessori e la sostituendo i cerchi in lega dell’auto con quattro cerchi usati in metallo.

A notte fonda quindi, con la vettura parzialmente smontata, si è recato nuovamente a San Gimignano dove ha parcheggiato la vettura facendosi poi venire a prendere da un amico.

L’indomani mattina quindi, l’uomo ha formalizzato denuncia presso il locale comando Stazione fornendo la versione del furto ad opera da ignoti.

I carabinieri quindi, compreso ciò che era realmente accaduto, hanno svolto ulteriori accertamenti scoprendo che subito dopo la denuncia, su un noto sito di aste on-line, erano comparse in vendita le parti asportate dalla vettura dell’uomo, riuscendo a scoprire che il venditore altri non era che lo stesso proprietario il quale, con uno pseudonimo, aveva messo in vendita le parti della macchina di cui aveva denunciato falsamente il furto.

I carabinieri, mediante il profilo privato di un militare, hanno quindi contattato il venditore chiedendo un appuntamento di persona per visionare i pezzi in vendita.

Quando i militari in borghese si sono presentati all’indirizzo concordato con il venditore, hanno immediatamente riconosciuto M. F. chiedendo di visionare gli oggetti in vendita. Dopo aver esaminato il materiale, i militari dell’Arma si sono qualificati ed hanno sequestrato il materiale.

Vistosi così scoperto, ha ammesso candidamente di aver inscenato il furto per rientrare di parte dei soldi spesi per l’acquisto della vettura.

Dopo le formalità di rito l’uomo è stato deferito per simulazione di reato e per frode nei confronti della società di assicurazione.


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