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Attualità giovedì 14 luglio 2022 ore 18:24

Pievescola ricorda i "Giusti tra le nazioni"

L'arcivescovo Lojudice
L'arcivescovo Lojudice

Si apre presso la chiesa di San Giovanni Battista un itinerario per riscoprire chi si impegnò per salvare gli ebrei



CASOLE D'ELSA — Domenica 17 luglio 2022, alle ore 18 presso la chiesa San Giovanni Battista di Pievescola si aprirà un itinerario ideale che, toccando varie località della Valdelsa, porterà a riscoprire e rivalutare i luoghi dove, durante la Seconda Guerra Mondiale, molti si prodigarono per salvare gli ebrei, senza alcun interesse personale, noncuranti di mettere a repentaglio la propria vita.

Saranno presenti, tra gli altri, il card. Augusto Paolo Lojudice, Arcivescovo di Siena- Colle di Val D’Elsa-Montalcino, Mauro Galeazzi, facilitatore in Toscana della posa delle “stolperstein” le pietre d’inciampo e Renato Rossi, responsabile del Servizio per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso dell’Arcidiocesi.

Si tratterà di un momento importante di riflessione sulla Shoah, ricordando l'umanità dei giusti, uomini che hanno rischiato la propria vita per salvarne delle altre.

Il diacono Rossi spiega il senso di questo incontro: “Anche in Valdelsa - che fu il territorio della diocesi di Colle Val d’Elsa, (e prima ancora di Volterra), istituita nel 1592 e unita nel 1986 all’arcidiocesi di Siena insieme a Montalcino - vanno affiorando ricordi di persone generose che fecero quello che forse non avrebbero mai immaginato: chi salva una vita, salva il mondo intero recita il Talmud”.

“Ecco allora emergere – aggiunge il diacono - figure limpide di preti, laici, suore, le cui memorie sarebbe opportuno raccogliere per non dimenticare. Fra questi, don Alfredo Braccagni e don Vivaldo Mecacci sono stati riconosciuti Giusti fra le Nazioni."

Nella tradizione ebraica il “giusto” è il non ebreo che ha rispetto di Dio e dal dopoguerra viene attribuito a chi si è distinto nel salvare anche un solo ebreo dalla shoah.

Una parola che ha un significato molto denso ed importante nella lingua ebraica, la cui attribuzione va a impreziosire oggi persone e luoghi, portatori di luce nei tempi cupi che l'umanità ha attraversato.


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