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Attualità giovedì 27 novembre 2014 ore 10:40

Collegi e Periti contro il Pit di Rossi

Tavolo dei relatori al Teatro del Popolo di Colle

Convegno a Colle sulle tematiche del nuovo piano, coro unanime: "Non siamo stati coinvolti, 3500 pagine di difficile lettura"



COLLE DI VAL D'ELSA — Sala gremita al Teatro del Popolo di Colle di Val d'Elsa per il convegno “Il Piano paesaggistico regionale e le politiche di governo del territorio”, organizzato dagli architetti, dai geometri, dai periti industriali e dagli agronomi della provincia senese che si sono fin da subito detti contrari al Pit voluto dalla Regione Toscana. Per gli Ordini e i Collegi coinvolti l’applicazione di questo Piano rischierebbe di congelare e far diventare un museo un territorio che non ne ha certo bisogno senza invece individuare le misure necessarie a far sì che sempre migliori regole di rispetto e di difesa del territorio facciano pervenire alle future generazioni tale patrimonio, attraverso la salvaguardia di quelle attività agricole, socio-economiche ed artigianali in grado di renderlo vivo e dinamico. Questo in sintesi quello che è emerso dal convegno che ha visto esperti descrivere dettagliatamente i contenuti del Pit. Sul palco erano presenti i presidenti degli Ordini e Collegi organizzatori dell’evento che durante i loro interventi hanno manifestato le proprie perplessità, le stesse che hanno portato, nelle scorse settimane, l’Ordine degli architetti, il Collegio dei geometri ed il Collegio dei periti industriali di Siena a presentare ricorso al Tar contro il Pit della Regione. Per i professionisti non c’è stata partecipazione e comunicazione a monte dell’adozione del Piano.

“Il nostro ricorso al Tar – ha detto Alessandro Ceccherini, presidente dell’Ordine degli architetti Ppc – è arrivato dopo un lungo studio del Pit che non ci convince, nonostante interessi pure a noi la tutela del territorio. Vorrei dire che noi non siamo per la cementificazione del territorio. Quello che contestiamo è come siamo arrivati alla redazione del Piano. Una categoria come quella degli architetti, competente sulla materia, è stata ignorata nonostante ci fossimo fatti avanti a livello regionale”. Il Collegio dei geometri senese ha puntato poi il dito contro la difficile lettura del Pit. “Dobbiamo interagire – ha spiegato Massimiliano Pettorali, presidente del Collegio – con uno strumento farraginoso, lungo 3500 pagine, che a sua volta andrà a condizionare gli strumenti urbanistici provinciali e comunali. Già il settore delle costruzioni e dell’edilizia è difficile da far smuovere, se poi si aumentano la burocrazia e le limitazioni si rischia di compromettere l’economia del nostro paesaggio”.

“Nel tavolo della trattativa, dove si decide cosa fare nei nostri territori, manca da sempre – ha sottolineato invece Massimo Soldati, presidente del Collegio dei periti industriali senesi - la quarta gamba, ovvero quella delle professioni. È chiara l’intenzione della Regione: tornare indietro per preservare un territorio, ma se questo è arrivato ad oggi così bello è perché esso ha interagito anche con lo sviluppo economico”. Monica Coletta ha preso invece la parola rappresentando il punto di vista degli agronomi senesi. “Nel Pit – ha detto la presidente dell’Ordine dei dottori agronomi e forestali di Siena - ci sono richiami ad un’agricoltura tradizionale non meglio definita ma è con le buone pratiche e con aziende vitali che si mantiene il territorio ed il paesaggio”. Al convegno, patrocinato dal Comune di Colle, ha portato i suoi saluti anche il presidente nazionale dei periti industriali Giampiero Giovannetti che ha esortato la politica a mantenere solo due livelli di controllo: non è possibile che a strumenti come il Pit debbano poi essere aggiunte le previsioni provinciali e comunali e, con questa anche i regolamenti urbanistici ed i regolamenti edilizi


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