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Cronaca giovedì 13 marzo 2014 ore 12:44
"Io provo a volare", nel blu dipinto di blu
Ai Leggieri di San Gimignano una pagina di teatro dedicata a Domenico Modugno
SAN GIMIGNANO — Poesia e comicità per rendere omaggio alla figura di Domenico Modugno, ma anche agli sforzi ed al coraggio dei lavoratori in genere e dello spettacolo in particolare, che, spinti da passione, costantemente si lanciano all’avventura in esperienze giudicate poco dignitose, solo perché meno visibili.
Ne parla l’attore Gianfranco Berardi nel suo spettacolo "Io provo a volare", in scena sabato 15 marzo 2014 alle 21,30 al Teatro dei Leggieri di San Gimignano per la stagione “Leggieri d’Inverno”.
Voce solista e chitarra Davide Berardi, fisarmonica Giancarlo Pagliara, regia e luci Gabriella Casolari, costumi Pasqualina Ignomeriello. Una produzione Compagnia Berardi Casolari in collaborazione con Teatro Stabile di Calabria, Festival Internazionale Castel dei Mondi.
“Io provo a volare” è una drammaturgia originale, che a partire da cenni biografici di Domenico Modugno e dalle suggestioni delle sue canzoni, racconta la vita di uno dei tanti giovani cresciuti in provincia pronti, sull’onda del mito,ad affrontare ogni peripezia per realizzare il sogno di diventare artisti. Ed è proprio attraverso la descrizione delle aspettative, delle delusioni, degli sforzi e degli inganni subiti da truffaldini incontri che si articola il viaggio fra comici episodi della realtà provinciale e alienanti esperienze metropolitane.
La storia vede lo spirito di un custode di un teatrino di provincia che, come vecchio capocomico, torna in scena ogni notte, a mezzanotte, in compagnia dei suoi musicisti all’interno del teatro in cui vaga e su cui mosse i primi passi. Così fra racconto, musica e danza, si rivivono episodi della sua vita: i sogni, gli incontri, gli stage, le prove, la fuga, la scuola, il primo lavoro e l’amaro rientro al paesino, al quale, dopo aver provato tutte le strade possibili, è costretto a tornare. Ma come se non bastasse, il piccolo e romantico cinema in cui aveva cullato il sogno artistico, non è più quello di una volta. Così per amore dell’arte e della propria felicità, il giovane decide di entrare di nascosto nel teatro e pietra dopo pietra demolirlo.
Il lavoro quindi, utilizza la figura di Modugno come simulacro per raccontare altro. Poesia e comicità sono gli ingredienti principali di questa ricetta che attraverso un uso sui generis della luce trasmette atmosfere emotive, suggestioni e ricordi indimenticabili cercando di risvegliare nel pubblico quel sogno di libertà di cui Modugno si fece portavoce e simbolo.
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