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Cultura sabato 18 ottobre 2014 ore 10:41

Progetto innovativo, tra storia e didattica

Foto di gruppo per le autorità presenti

Autorità e studiosi entusiasti della ricostruzione del sito medioevale di Poggio Imperiale: progetto portato avanti per diversi anni



POGGIBONSI — Una full immersion all'interno di uno stile di vita che in qualche modo ha fatto la storia della città di Poggibonsi, apprezzato anche dalle molte autorità presenti all'anteprima dell'apertura dell'Archeodromo. “Un progetto innovativo – ha detto entusiasta il Sindaco David Bussagli – che si inserisce in un percorso di recupero che riguarda tutto il complesso monumentale di Poggio Imperiale. Un percorso avviato decenni fa con le campagne scavi, il parco archeologico, il recupero del Cassero e dei Bastioni, il restauro della cinta muraria che è in corso”.

“Ormai da dieci anni siamo impegnati nella valorizzazione del patrimonio culturale delle Terre di Siena – ha affermato il presidente di Fondazione Musei Senesi, Gianni Resti – e la realizzazione dell’Archeodromo di Poggibonsi è per noi un grande traguardo: un progetto che vuole proporre un nuovo modo di raccontare la storia attraverso l’archeologia sperimentale, consentendo una vera e propria 'esperienza' del territorio grazie ai musei e alle collezioni”.

Soddisfazione per il progetto e per la prima giornata di apertura anche da parte del direttore generale di Arcus, Ettore Pietrabissa: “Abbiamo creduto fortemente nel progetto di musealizzazione del territorio senese progetto che, rafforzando l’offerta culturale di un’intera area provinciale concorre all’attuazione di una vera e propria strategia di sviluppo. Creando maggiore integrazione e sinergia tra musei, beni monumentali e siti archeologici del territorio, il progetto dimostra infatti che la cultura può concretamente diventare un motore di sviluppo sia in chiave turistico-economica che civile, diventando strumento di arricchimento e coesione sociale per gli stessi abitanti del territorio”.

A sostegno del progetto anche una consistente parte didattica che verrà riproposta nei prossimi mesi per tutti i visitatori ma anche per quanti vorranno approfondire le conoscenze su uno spaccato di storia decisamente importante: “Questi 4 mesi e mezzo di lavoro rappresentano il punto di arrivo di scavi archeologici andati avanti molti anni; un'indagine notissima a livello europeo per la sua carica innovativa nel dibattito sulla formazione dell'insediamento altomedievale nelle campagne – ha detto Marco Valenti, docente di Archeologia Medievale dell’Università degli studi di Siena - Verificare la correttezza delle nostre interpretazioni, sperimentare le tecniche edilizie comprese analizzando la natura dei depositi archeologici, cercare i materiali, sceglierli e metterli in opera ed alla fine vedere la grande capanna in piedi ti fa capire il potere di chi nel nono secolo la abitava, la quantità di contadini che erano a lui sottomessi e che per lui lavoravano, la quantità di legno che riusciva a far tagliare, lavorare e mettere in opera dai suoi sottoposti".


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