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Cultura giovedì 11 dicembre 2014 ore 17:40

Se un libro prende colore

Foto di gruppo dopo la presentazione del libro

Presentato il libro "L'anima del dolore" donato all'Ospedale di Comunità con molti interventi toccanti



POGGIBONSI — Parole e Colori è il titolo del libro che sabato 6 Dicembre è stato donato all'Ospedale di Comunità di Campostaggia, in occasione del convegno dal titolo " L'Anima del dolore". Un libro particolare nel quale dopo le presentazioni e la prefazione di rito in rigoroso bianco e nero, le pagine prendono magicamente vita e colore grazie a ventidue acquarelli dei ragazzi seguiti dall'Associazione Riabilita che ha sede a Siena. Agli acquarelli sono affiancate altrettante poesie che dai colori e dalle forme espresse dai ragazzi hanno tratto ispirazione traducendo le immagini in parole. La dottoressa Paola Marcucci collaboratrice dell'Associazione in veste di arteterapeuta e' stata la promotrice dell'evento con il Dottor Giovanni Bonelli che ha mostrato agli intervenuti alcune fotografie per imparare a riconoscere le varie facce del dolore, quelle della sofferenza fisica ma anche quelle del disagio, dell'isolamento, dell'inquietudine e della sofferenza dell'anima .

Molto apprezzati gli interventi della Dottoressa Antonina Condello e di Marco Gozzi responsabile dell'Ospedale di Comunità che hanno raccontato il compito difficile degli operatori del loro reparto dove non si cura solo ed esclusivamente con fiale di morfina ma si accompagna il malato nel suo ultimo viaggio con un sostegno fatto anche di carezze, di ascolto e di tempo dedicato anche ai familiari che non conosce i limiti di orario imposti in altre corsie. La dottoressa Carla Fineschi psicoterapeuta ha parlato delle risorse interiori e della possibilità di cambiamento insita in ognuno di noi, evidenziando la possibilità di ricostruire un rapporto sofferto anche con chi non c'è più grazie ad una eredità di sentimenti sui quali poter lavorare. Ma è stata la metafora del vaso quella che ha affascinato i presenti, poichè rifacendosi alla cultura giapponese e all'arte del Kintsugi la dottoressa ha spiegato che anche un vaso non più integro può diventare ancora più prezioso tanto è vero che i giapponesi , usano ripararlo con un filo d'oro per mettere in evidenza le crepe.

L'insegnamento del Kintsugi e' quello che quando si subisce una ferita o si sopporta una rottura di qualsiasi genere questa può diventare un'opportunità da cui rinascere. Alessandra Gorgeri Presidente di Riabilita ha parlato del suo lavoro in un contesto non facile ma ricco di soddisfazioni frutto di una stretta collaborazione con i ragazzi del Centro con cui condivide anche le ore di arteterapia gestite dalla dottoressa Marcucci, e dai quali riceve conferme ed attestazioni continue di gratitudine e affetto a volte espresse solo da sguardi intensi . Si perchè, come ha spiegato la dottoressa Marcucci, "Quello che le parole non dicono" possono dirlo i gesti, gli sguardi, il tono della voce, la scelta di una immagine selezionata dai suoi pazienti su suo invito sul tema del dolore ma soprattutto le espressioni artistiche che si tratti di danza, di musica, di fotografia o di arti visive come sono appunto gli acquarelli che sono stati donati all'Ospedale di Comunità e che rimarranno nei corridoi del reparto per portare un messaggio di conforto a quanti soffrono.

A concludere l'incontro toccante con la Signora Giovanna Devoto in una testimonianza di esperienza umana e professionale vissuta accanto al marito, Andrea Devoto, illustre psichiatra e promotore dei gruppi di auto-muto-aiuto allo scopo di umanizzare le terapie sanitarie tradizionali grazie all'ascolto e allo scambio esperenziale . Alla sua memoria e al suo contributo che ha dato una svolta decisiva alle cure in campo psichiatrico è stata dedicata una Fondazione che porta il suo nome e di cui Giovanna Devoto è Presidente Onorario. Gli interventi molto diversi fra loro sono stati accomunati da un linguaggio in cui si sono udite ripetutamente le espressioni prendersi cura, condividere e umanizzare il percorso , dare sostegno, portare conforto, cercando di dare un volto più umano al dolore.

Antonella Lomonaco


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