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Attualità venerdì 19 febbraio 2021 ore 11:52

Distilleria, il comitato duro contro i sindaci

Il protocollo d'intesa tra azienda e i vari Comuni non convince. Tante attività sono a rischio per le emissioni dello stabilimento



BARBERINO TAVARNELLE — La firma di un accordo tra le varie Amministrazioni locali e la proprietà non ha portato la pace come qualcuno forse sperava, i cittadini danno poca fiducia a questa iniziativa.

Gli abitanti delle zone interessate ritengono il protocollo di intesa nebuloso, del quale non si conoscono presupposti e contenuti. Viene fatto un paragone tra le persone assunte dall'azienda e il numero delle attività produttive danneggiate dall'aumento della produzione. Sono circa 24 occupati nella fabbrica, rispetto a  decine di aziende agricole e turistiche.

“Il raddoppio delle giornate lavorative mette invece a rischio migliaia di posti di lavoro del settore ricettivo, vitivinicolo e dell'indotto di tutta la zona, per le ricadute negative che le iniziative della distilleria provocheranno sul territorio e sui comuni limitrofi. Il patrimonio turistico della nostra zona vale 1.200 lavoratori, oltre 1 milione di pernottamenti l’anno, 5 milioni e mezzo di turisti giornalieri all’anno, per un giro d’affari totale di 220 milioni di euro l’anno, secondo i dati del 2013”, affermano i membri del comitato.

La rappresentanza di cittadini e imprenditori di un vasto territorio, va giù duro contro i sindaci della zona interessata. Viene fatto presente che le attività ricettive e agrituristiche, già colpite dalla crisi legata al Covid, sono ora fortemente minacciate dal piano espansionistico dell’azienda Deta. La prevista costruzione di una ciminiera di 60 metri farà scappare i turisti che non vorranno alloggiare in un agriturismo con vista ciminiera.

Altro punto dolente è la negata partecipazione al tavolo con la Regione, che invece era stata assicurata dal sindaco di Barberino Tavarnelle. L'assenza di fiducia nelle Istituzioni locali emerge dalle affermazioni degli oppositori al progetto “Come può da un tale comportamento nascere un protocollo di intesa con la cittadinanza? Come si può auspicare trasparenza e “integrazione del territorio” quando fino ad oggi i cittadini sono stati esclusi da ogni confronto e le loro segnalazioni sono state classificate come “non critiche?”

Non sono molto diplomatici nella delegazione popolare, stanno perdendo la pazienza, la sensazione che il protocollo d'intesa sia “fumo negli occhi” per prendere tempo e avviare la costruzione del camino, è forte. Assicurano di non darsi per vinti e ed essere pronti a una battaglia difficile, non si arrenderanno facilmente.

Per concludere danno un'ultima stoccata alla proprietà dello stabilimento, ricordando che la stessa azienda fu denunciata dai Carabinieri forestali di Tavarnelle nel dicembre del 2019, per l'impiego di 10 mila tonnellate di vinacce non in regola. Un segnale come dicono dal Comitato di poca trasparenza ecologica.

Lo scontro si fa sempre più acceso, sarà oggetto di un contendere senza esclusione di colpi. Un muro contro muro che non promette nulla di buono.


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