Attualità martedì 28 luglio 2020 ore 21:03
Infrastrutture: mancano progetti per Colle
Viabilità in Valdelsa: poche prospettive, ad oggi, per un potenziamento della mobilità verso la città del cristallo
COLLE VAL D'ELSA — La storia dello sviluppo di un territorio passa inevitabilmente dalle infrastrutture.
Parlare di strade e di mobilità in Valdelsa è un'operazione spinosa, che solleva gli animi; questo sia per i molti ritardi che si sono accumulati negli anni che per le differenze di priorità percepite nei vari Comuni e, a volte, perfino tra capoluogo e frazione dello stesso Comune.
Recentemente alcune buone notizie stanno arrivando, sopratutto per Poggibonsi: entro il 2026 la linea ferroviaria Empoli-Siena sarà elettrificata e ci sarà il raddoppio ferroviario tra Empoli e Granaiolo. Infatti ad oggi a Poggibonsi i treni sono a diesel e si viaggia su un unico binario, mentre a Chiusi proprio in questi giorni si festeggia l'arrivo dell'Alta Velocità.
Altra buona notizia per la 429 bis la quale, salvo non rari imprevisti, dovrebbe collegare Poggibonsi con Empoli nel 2024 aggirando i centri urbani e dimezzando i tempi di percorrenza.
Se Poggibonsi può sorridere, piangono Colle e Casole, le cui viabilità non annovera progetti finanziati per il futuro. Esiste un progetto depositato per il collegamento Valdelsa - Valdicecina, tramite un potenziamento della SS 68, inserito nell'Intesa tra lo Stato e la Regione Toscana nel 2011, rimasto però disatteso e non finanziato.
Negli anni 80 Anas aveva già approvato il tratto a 4 corsie della nuova 68 che avrebbe aggirato l'abitato di Volterra e portato al mare di Cecina i valdelsani in meno di un'ora. Progetto bloccato per le proteste di comitati ambientalisti, assai accaniti all'epoca.
Altri comitati più recenti auspicavano la nascita di una metropolitana leggera, elettrica, sull'ex tracciato ferroviario, prima della pietra tombale posta da una ciclabile che comunque segue un trend assai diffuso. Negli anni 80 Colle visse molto male la perdita del treno, e le speranze erano riposte in un potenziamento dell'asse viario, il quale però non arrivò mai.
La Valdelsa degli anni 2020 è una terra ancora non sufficientemente infrastrutturata, nonostante ospiti aziende e imprese all'avanguardia a livello nazionale. E ad essere maggiormente penalizzata da questa viabilità è sicuramente la zona sud della Valdelsa, con Radicondoli che ancora attende la messa in sicurezza della provinciale delle Galleraie, che presenta un tracciato ammodernato a metà, e Casole che si muove su una strada di Mensanello veramente fuori ogni norma per la strettezza della carreggiata.
Con Colle che ancora sogna una strada verso il mare, della quale si torna a parlare ad ogni estate, visto il raddoppio del flusso turistico che lambisce, e spesso intasa, i centri abitati da Colle bassa a Campiglia.
La Valdelsa è infatti terra di città, da secoli. Non di meno terra di campanili.
E come tale ha sviluppato molti nodi stradali, non solo tra le città e i castelli, ma anche per i principali territori toscani.
Se San Gimignano diventò una grande ed operosa città del medioevo, dalla quale passava infatti il grande flusso della Francigena, Colle assunse il ruolo di città vera e propria alla fine del Cinquecento con l'erezione della Diocesi, distinguendosi ancora poi come pioniere industriale nell'Ottocento. Questo mentre Poggibonsi si è affermata come capoluogo produttivo solo nel XX secolo.
Da qui una rete di numerose strade, verso Volterra e le città del nord come Pisa e Lucca, verso il mare, verso la Maremma, ma soprattutto verso Firenze e Siena, con la presenza della Cassia. La ferrovia arrivò presto, ma assai prima si fermò.
Il treno tra Poggibonsi e Colle, diramazione della Ferrovia Centrale Toscana, fu inaugurato nel 1885 e chiuso nel 1987; i binari ufficialmente furono dismessi nel 2009 per lasciar posto ad un percorso ciclo pedonale. Se nell'Ottocento si progettava una prosecuzione della strada ferrata in direzione Saline di Volterra, oggi i comitati chiedono di rivalutare progetti che possano far rivivere la tratta almeno tra le due città Valdelsane, con dei mezzi elettrici moderni.
Tolta la parentesi positiva della realizzazione dell'Autopalio, che volle passare dalla produttiva Valdelsa portando benessere, le infrastrutture della zona hanno avuto poche modifiche, rispetto ad altre aree della regione. Questo almeno negli ultimi 30 anni.
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