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Attualità mercoledì 14 dicembre 2022 ore 18:50

Inclusione e lavoro per i disabili valdelsani

Un progetto concluso in questi giorni ha dato la possibilità a 26 persone diversamente abili di trovare un'occupazione o un tirocinio



POGGIBONSI — Un progetto sociale importante per favorire le categorie deboli della società ad ottenere autonomia. Era questo l’obiettivo di A.L.L.Inclusive.V.E, ‘Accompagnamento AL Lavoro e Inclusione sociale in Val d’Elsa’, il progetto di inserimento lavorativo iniziato nel marzo 2021 e realizzato grazie alla co-progettazione di varie realtà del territorio dell’Alta Val d’Elsa.

Ad oggi sono 26 le persone disabili che hanno svolto le attività formative, 24 i tirocini attivati in aziende della Valdelsa, 9 donne e 15 uomini tra i 20 e i 53 anni, e di questi almeno 4 otterranno un contratto di lavoro o di tirocinio dopo la fine del progetto di inserimento mentre altri 4 hanno già trovato un impiego. Un risultato notevole che certifica l’importanza di progetti come questi per favorire l’inclusione sociale sul territorio e restituire dignità alle persone svantaggiate, e che è stato possibile ottenere grazie alla sinergia tra istituzioni, mondo della cooperazione, e tessuto economico del territorio.

I risultati di A.L.L.Inclusive.V.E 2 sono stati presentati oggi nel corso di un evento conclusivo organizzato presso la sala Set del Politeama di Poggibonsi, a cui hanno partecipato i partner del progetto, il sindaco di Colle Valdelsa e Presidente della Fondazione Territori Sociali Altavaldelsa, Alessandro Donati, oltre alle persone inserite nei percorsi lavorativi e alle aziende coinvolte. Nel corso della serata sono state anche mostrate le testimonianze video di alcuni dei ragazzi che hanno aderito al progetto e dei loro tutor.

A.L.L.Inclusive.V.E, ‘Accompagnamento AL Lavoro e Inclusione sociale in Val d’Elsa’, giunto alla sua seconda edizione dopo l’esperienza del 2016, è in convenzione con la Regione Toscana e ha ottenuto un finanziamento del Fondo Sociale Europeo. Capofila è la Fondazione Territori Sociali Altavaldelsa (FTSA), con partner la Società della Salute AltaValdelsa, il Consorzio Archè, la Cooperativa SintesiMinerva, il Consorzio Cooperative sociali per l’inclusione Lavorativa Coob, Eurobic Toscana Sud e il Centro Studi Pluriversum. Il progetto ha ottenuto un finanziamento complessivo di 229 mila euro attraverso un bando pubblicato dalla Regione Toscana.

L’obiettivo era quello di creare un vero e proprio ponte tra le persone svantaggiate e le aziende. Un team multidisciplinare ha valutato le competenze dei soggetti con disabilità cercando di valorizzare le specifiche potenzialità.

Sono stati organizzati i corsi di formazione sulla sicurezza del lavoro e sull’Haccp ai quali hanno partecipato 24 persone sulla sicurezza e 13 sull’Haccp. E’ stato organizzato anche un corso per il rafforzamento delle competenze finalizzate all’inserimento lavorativo di 40 ore al quale hanno partecipato 8 soggetti. Per un piccolo gruppo di ragazzi è stato predisposto un laboratorio pre-inserimento che si è svolto nel mese di dicembre 2021.

Nel frattempo sono state cercate aziende sul territorio che fossero disposte ad offrire tirocini ai ragazzi selezionati. Dello scouting si sono occupati i due consorzi di cooperative sociali partner del progetto, sono state contattate aziende pubbliche, cooperative e associazioni del terzo settore e aziende private impegnate su ambiti diversificati: ristorazione, agricoltura, industria e servizi. I tirocini hanno avuto durate variabili (dai 2 mesi ai 12 mesi) e sono stati attivati per un minimo di 20 ore settimanali e un massimo di 30 ore. Un tutor ha seguito il percorso di inserimento, mettendosi a disposizione dell’azienda e supportando l’aspetto lavorativo del tirocinante.

“Progetti come questi sono importanti in un territorio che deve avere a cuore la sostenibilità e l’inclusività – ha detto Nicoletta Baracchini, Direttore Generale della Fondazione Territori Sociali Altavaldelsa – Con A.L.L.Inclusive.V.E è stato possibile mettere insieme soggetti pubblici e privati per incrementare la possibilità lavorativa per persone che fanno più fatica. Questo progetto dimostra come un’azienda privata possa avere un’utilità pubblica anche sul piano delle fragilità sociali, diventando concretamente un’agente di pubblica utilità. Dobbiamo incentivare iniziative come queste e far si che il sistema pubblico coinvolga maggiormente i privati nel supporto alle fragilità. Da questo punto di vista un’idea potrebbe essere quella di dare ad esempio un riconoscimento, almeno in ambito locale, alle aziende che decidono di impegnarsi in progetti di inclusione e dignità sociale”.


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