Attualità giovedì 25 gennaio 2024 ore 19:00
Canale di Suez, in Toscana 4,7 miliardi il prezzo della crisi
La stima di Confartigianato quantifica il valore dell'export che viaggia su quella rotta marittima con impatto sul Pil. Lombardia regione più esposta
TOSCANA — Ammonta a 4.743 milioni di euro il prezzo che la Toscana rischia di pagare all’allargamento al Mar Rosso della crisi in Medio Oriente con gli attacchi Houti alle navi mercantili che rendono poco agibile la rotta attraverso il canale di Suez. La stima arriva dall'ufficio studi di Confartigianato Imprese che ha effettuato una ricognizione a livello nazionale sul valore dell'export che transita su quella rotta, anche a livello regionale, con impatto sul Pil.
Così se la Lombardia risulta la regione più esposta quanto a export (12.919 milioni di euro), la Toscana si trova in quarta posizione a livello nazionale dopo Emilia-Romagna (9.371 milioni di euro) e Veneto (5.752 milioni di euro) e precede Piemonte (4.148 milioni di euro) e Friuli-Venezia Giulia (2.004 milioni di euro).
Cambiando prospettiva, la maggiore esposizione regionale alla crisi in Mar Rosso – con l’export regionale trasportato via mare attraverso il canale di Suez che in rapporto al Pil è superiore o uguale alla media nazionale del 2,8% – si osserva in Emilia-Romagna (5,3% del Pil), Friuli-Venezia Giulia (4,7%), Toscana (3,7%), Veneto (3,2%), Lombardia (2,9%) e Piemonte (2,8%).
“L’escalation della crisi in Medio Oriente – sottolinea il presidente di Confartigianato Marco Granelli – penalizza il sistema del made in Italy e l’approvvigionamento di prodotti essenziali per la trasformazione della manifattura italiana, aggravando la frenata del commercio internazionale".
E aggiunge: "Gli effetti della crisi del Mar Rosso, sommati alla stretta monetaria in corso e alla riattivazione delle regole europee di bilancio, potrebbero avere conseguenze sulla crescita, riducendo la fiducia e la propensione ad investire delle imprese e frenando il ciclo espansivo dell’occupazione che nell’ultimo anno ha registrato un aumento di oltre mezzo milione (+551mila) di lavoratori dipendenti a tempo indeterminato".
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