Attualità martedì 26 maggio 2015 ore 18:05
Geotermia: il Comitato chiede lo smantellamento
Appello dai Difensori della Toscana ai candidati alle prossime elezioni regionali: si punti solo sulle pompe di calore e non su produzione di energia
CASOLE D'ELSA — In vista delle imminenti elezioni regionali i cittadini del Comitato Difensori della Toscana lanciano un appello a tutti i candidati delle forze politiche che durante la campagna elettorale sull'argomento geotermia.
Le loro richieste sono articolate, ma il messaggio è chiaro: "la nostra idea è di puntare sullo sviluppo di una geotermia esclusivamente a bassa e bassissima entalpia (per il riscaldamento ed il raffrescamento degli edifici)". In sostanza pompe di calore che eviterebbero tutti i problemi legati alle centrali geotermoelettriche esistenti. "Gli impianti a bassa entalpia servono sostanzialmente per produrre acqua calda - spiegano in una nota - come soluzione preferenziale per la produzione di energia elettrica da fonti pulite e rinnovabili proponiamo una elaborazione della normativa regionale che preveda per tutti i grandi edifici pubblici o privati, in particolare quelli moderni con tetti piani di grandi dimensioni, l'obbligo di predisposizione e installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti fino alla copertura di tutta la superficie disponibile".
Propongono di rivedere gli incentivi per la produzione di energia rinnovabile, riconsiderando il concetto di energia rinnovabile: "puntuale e precisa definizione di quali caratteristiche debbano avere le centrali geotermiche per essere considerate rinnovabili e godere quindi degli incentivi e revoca degli incentivi agli impianti non considerati rinnovabili". Inoltre chiedono "priorità nell'attribuzione degli incentivi agli impianti di potenza inferiore ai 30kw termici, a seguire gli impianti di maggior potenza purché non vi sia estrazione di fluido dal sottosuolo".
Per quanto riguarda gli impianti esistenti, chiedono "la riqualificazione e riconversione delle attuali centrali “flash” in centrali a ciclo binario (vedi Ngatamariki, NuovaZelanda e Puna, Hawaii); in attesa della riconversione tecnologica di tutte le centrali esistenti si propone una moratoria di 24 mesi utile anche a permettere la ricarica dei bacini acquiferi e, inoltre, lo smantellamento degli impianti obsoleti".
Inoltre, secondo i Difensori, "le società che intendono formulare domanda per nuovi permessi di ricerca di fluidi geotermici devono obbligatoriamente produrre e rendere accessibile al pubblico la seguente documentazione: visura camerale storica; dati e curriculum personali di tutti i soci; valutazione di impatto ambientale; valutazione completa del bilancio idrico; valutazione del rischio sismico; studio sull’economia locale del passato, del presente e sull'economia del futuro".
Riguardo all'iter per ottenere i permessi di ricerca, chiedono poi "la modifica della normativa VIA regionale con maggiore definizione e approfondimento" e di "prevedere un procedimento unico: cioè per avere il titolo deve essere presentato un progetto unico per ricerca e coltivazione che deve essere sottoposto a verifica di VIA; ogni fase della ricerca e della coltivazione dovranno poi essere sottoposte a VIA secondo la normativa vigente". Il Comitato propone poi che il progetto sia presentato nella sua interezza e valutato "prima del rilascio del permesso di ricerca, da una commissione istituita dalla Regione (Decreto Legislativo n. 22/2010 - articolo 3, comma 1)". Inoltre, tutta la documentazione "dovrà essere pubblicata e lasciata a disposizione dei cittadini per un periodo di 24 mesi (in caso di integrazioni sopravvenute o richiesta di chiarimenti da parte di cittadini, enti od associazioni, questo periodo potrà essere prorogato di altri 12 mesi); al termine del periodo i cittadini interessati al progetto dovranno esprimere il proprio parere, verrà quindi indetta una consultazione popolare il cui esito avrà valore vincolante".
Inoltre "la costruzione di eventuali centrali potrà comunque essere ammessa solo in zone industriali" e inoltre "considerato che non esiste distinzione sostanziale tra centrali pilota e normali centrali a ciclo binario, riteniamo sia necessario eliminare l’iter agevolato riservato alle centrali pilota per ricomprenderle nella normativa comune".
(Di seguito alleghiamo il testo integrale inviatoci dal Comitato Difensori della Toscana)
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