Attualità martedì 10 febbraio 2015 ore 10:20
Rete Geotermica: "la moratoria è illegittima"
La proposta di legge regionale violerebbe le norme della concorrenza. Gli operatori geotermici andranno per vie legali se sarà appriovata
FIRENZE — Dopo l'annuncio di Rossi di una sospensione di 6 messi dei permessi di ricerca in Toscana, la Rete Geotermica che riunisce le imprese del settore, in data 2 febbraio ha inviato una lettera aperta al Presidente, alla Giunta e ai Consiglieri Regionali. Nel criticare la proposta di legge regionale che prevedrebbe la moratoria, le società richiamavano fortemente il protocollo d'intesa "siglato 11 mesi prima dalla Rete Geotermica e dalla Regione Toscana".
"Sin dall’inizio abbiamo chiesto audizione ed incontro con il Presidente Rossi senza ottenere alcuna risposta - spiegano in una nota dalla Rete Geotermica - la nostra preoccupazione è che la Regione Toscana interrompa un processo che solo un anno fa sembrava virtuoso e di interesse nazionale".
LA MORATORIA. La proposta di legge lo scorso 5 febbraio è stata poi approvata dalle commissioni e ieri, 9 febbraio, la Rete Geotermica ha inviato in Regione una seconda lettera aperta.
"Con viva preoccupazione apprendiamo del parere favorevole a maggioranza espresso dalle Commissioni Consiliari" scrivono gli operatori geotermici alla giunta e ai consiglieri regionali. L’eventuale conversione della proposta in oggetto in Legge Regionale rappresenterebbe una "manifesta e palese violazione della legislazione nazionale in materia di energia geotermica". "Ogni aprioristica limitazione imposta al numero delle perforazioni esplorative - scrivono - risulta infatti in pieno contrasto con lo stato di diritto che, ricordiamo, la stessa Regione ha volutamente determinato attraverso l’emanazione dei decreti di conferimento dei permessi di ricerca".
La Rete Geotermica parla poi di "violazione della legislazione nazionale in materia di energie rinnovabili; le risorse geotermiche sono patrimonio indisponibile dello Stato e delle Regioni e le opere necessarie alla ricerca ed approvate dall’Autorità Regionale sono dichiarate di pubblica utilità nonché urgenti e indifferibili". "E’ quindi inammissibile nonché illegittimo - prosegue la lettera - ogni provvedimento in contrasto con l’urgenza e con l’indifferibile necessità di contribuire allo sviluppo delle energie rinnovabili quali sospensioni o moratorie".
Le società aggiungono poi che "la normativa attuativa dello Stato per le rinnovabili (cosiddette linee guida)" è "chiarissima nello specificare che la tutela degli interessi ambientali nonché socio-economici risulti già salvaguardata dalle norme in vigore ed affidate alle amministrazioni all'uopo preposte, che sono tenute a garantirla all'interno del procedimento unico e della procedura di Valutazione dell'Impatto Ambientale". "E’ quindi illegittimo l’intero disposto della legge regionale - spiegano - dalla volontà di porre una limitazione numerica nonché definire dei criteri e dei parametri per i pozzi esplorativi, alla determinazione del periodo di moratoria".
La Rete scrive poi di "violazioni delle direttive europee in materia di energie rinnovabili: è chiara la volontà di limitare lo sviluppo e la produzione di energia da fonte rinnovabile, in evidente contrasto con il favore espresso dalla normativa europea per tale tipologia di energie". Si citano le direttive europee di settore che "sanciscono la necessità di ridurre tutti gli ostacoli normativi e di altro tipo all'aumento della produzione di elettricità da fonti energetiche rinnovabili nonché individuano, quale principale finalità degli obiettivi di produzione da fonti rinnovabili, quella di creare certezza per gli investitori nonché di stimolare lo sviluppo costante di tecnologie capaci di generare energia a partire da ogni tipo di fonte pulita".
"Appare quindi palese l’incostituzionalità della proposta di legge in esame - aggiungono - considerato il consolidato orientamento del diritto comunitario che vieta nel modo più assoluto limitazioni di qualsiasi genere, seppur limitate nel tempo, allo sviluppo di tali fonti".
Non solo: la proposta di Legge lederebbe "importanti e basilari principi caratterizzanti gli ordinamenti europeo ed italiano secondo cui la produzione di energia, anche da fonti rinnovabili, avviene in regime di libero mercato concorrenziale senza la previsione di limite alcuno alla sviluppo e alla produzione". Una moratoria che andrebbe contro "la piena apertura del mercato ai diversi operatori economici" pregiudicando "la tutela della concorrenza, che appartiene alla competenza esclusiva dello Stato".
"Si è già espressa con chiarezza - scrivono - la Corte Costituzionale dichiarando l’illegittimità di molteplici Leggi Regionali in materia di energie rinnovabili".
LE CONSEGUENZE. "Dinanzi a tale iniquità - annunciano dalla Reete Geotermica - ci attiveremo in tutte le sedi istituzionali e giudiziarie competenti, al fine di far valere le nostre ragioni nonché di tutelare i diritti costituzionali, coinvolgendo direttamente il Governo della Repubblica Italiana ai sensi dell’art.59 della Costituzione". Operatori geotermici che agiranno "in tutte le sedi per la tutela dei diritti che dovessero essere pregiudicati dagli atti amministrativi che la Regione" impugnando i "lesivi provvedimenti davanti al giudice competente. "Saremo costretti ad avanzare plurime domande di risarcimento degli ingenti danni che tali provvedimenti causeranno - concludono - scaricando inevitabilmente sulla collettività regionale le conseguenze di incaute scelte legislative, per le quali dovranno essere messe in luce le eventuali responsabilità civili, contabili nonché amministrative".
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