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martedì 19 marzo 2024

PAROLE MILONGUERE — il Blog di Maria Caruso

Maria Caruso

MARIA CARUSO - “Una vita da vivere” è il primo libro che ha scritto dopo aver visto il primo cielo a San Felipe in Venezuela ed aver fatto il primo ocho atràs a Pisa. E' in Italia dal 1977 e per tre anni ha abitato in Sicilia. Le piace raccontarsi e raccontare con le parole che le passano per la testa ballando un tango in milonga. Su Facebook è Marina de Caro

La giungla tanghera

di Maria Caruso - mercoledì 14 settembre 2016 ore 17:40

Mowgli è un cucciolo tanguero allevato da Raksha una lupa indiana ballerina professionista di danze caraibiche. Per anni ha studiato ballo latino. E’ stato introdotto nell’ambiente tanguero dalla sua amica pantera di nome Bagheera quando era ancora un neo adulto e, pertanto Mowgli a quel tempo, prima di avvicinarsi al tango, andava a ballare in tutte le sale da ballo salsere delle vicinanze. 

Akela il maestro di scuola di tango frequentata da Bagheera, dove egli faceva da supporter (si sa che le donne scarseggiano sempre) cercava di insegnargli, sia la tecnica di ballo sia la legge della giungla tanguera. Nel tango ci sono mille cose da sapere e alle quali fare attenzione se si vuole veramente diventare un bravo ballerino. La situazione del momento però era drammatica. Si passò dall’avere cento milongue in ogni cantone (rimanevano vuote ovviamente) ad averne poche nel giro di qualche mese. 

Una sera, durante la stagione estiva, dove per l’appunto c’erano oramai pochissimi eventi, tangueri, tutti i ballerini si ritrovarono, presso l’unica milonga di tutta la regione. Così Mowgli diventò ben presto il beniamino di tutti e cercò di convincere i “capocci” a mettere ordine nella confusione che si era creata in quel momento. Gli organizzatori stabilirono, infatti, di raggiungere un compromesso attraverso la Tregua delle milongue, per non farsi la guerra reciprocamente poiché, è risaputo che per i tangueri è fondamentale poter ballare, come quando nel deserto si cerca l’acqua per dissetarsi. 

Tutto sembrava filare liscio, poiché era stato raggiunto un accordo, su come organizzarsi al fine di avere delle regole per vivere meglio. Questo equilibrio pacifico fu interrotto dall’arrivo del maestro di tango, tigre del Bengala, di nome Shere Khan. Egli fiutò l’odore di Mowgli come colpevole di quanto stava accadendo poiché ogni volta che organizzava un evento non concordato, nessun ballerino, tradiva il loro beniamino. La tigre, infatti, si accorse che i tangueri proteggevano il nostro Mowgli e quindi si sgolava nel dire a tutti che, alla fine, egli sarebbe diventato un dittatore e la democrazia tanguera pertanto, era in grave pericolo. 

Con questa pulce nell’orecchio i vari organizzatori cominciarono a parlare fra loro sul da farsi. Mowgli capì cosa sta succedendo e lasciò il mondo tanguero per tornare alle sue origini salsere portandosi dietro Bagheera che cominciava a essere stanco di tutte quelle polemiche. Bagheera però fu richiamato dal suo Maestro e pertanto tornò indietro lasciando solo Mowgli. Oramai era il caos… Sere in cui potevi scegliere di andare in dieci posti diversi e sere in cui non riuscivi a trovare una milonga nel giro di 200 km. 

Il mondo tanguero soffriva tremendamente! Dal canto suo il nostro tanguero Mowgli, ex salsero, vendendosi nuovamente nel vecchio mondo, cominciò a soffrire di nostalgia perché, come ben sapete, il tango crea dipendenza e pertanto decise di andare a parlare con Shere Khan la tigre del Bengala sfidandolo apertamente. La tigre lo schernì mostrandogli i danni causati dall’aver creato l’accordo di non far fare la guerra agli organizzatori, incolpandoli per quanto stava succedendo in quel momento. 

Mowgli si rassegnò a fare solo il ballerino pur di non rinunciare al tango ma stranamente gli organizzatori riflettendo sulla questione ripristinarono l’organizzazione e lo stile oramai intrapreso quando Mowgli coordinava tutti gli altri. Spontaneamente accadde il rispettarsi reciprocamente e la formulazione di una turnazione fatta a tavolino dove nessuno, da quel momento in poi, si permise di disattendere. Il nostro Shere Khan dovette ammettere che l’unione fa la forza. Comprese inoltre, che non è possibile impedire ai nostri tangueri di andare in milonga e per forza maggiore, dovette sottostare alle regole del gioco, pena l’esclusione dal giro milonguero. Tutto è bene quel che finisce bene… 

Magari fosse vero!!! Nessuno di noi penso avrebbe da obbiettare… 

Maria Caruso

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