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Attualità venerdì 07 ottobre 2022 ore 12:15

La Torre di Arnolfo torna alla città

Il Comune ha acquistato lo storico edificio che diventerà la casa museo dell'architetto noto per la costruzione di Palazzo Vecchio



COLLE VAL D'ELSA — Dando seguito alla delibera di consiglio votata all’unanimità lo scorso luglio, il Comune di Colle di Valdelsa ha formalizzato l’acquisto della Casa Torre di Arnolfo di Cambio, edificio iconico e fortemente identitario della città, nonché una delle poche torri rimaste a dominare lo skyline del Castello.

Costruita nella seconda metà del XII secolo, secondo la tradizione la Casa Torre ha visto i natali di Arnolfo di Cambio (Colle di Val d’Elsa, 1245 circa – Firenze, 1310 circa), grande scultore e architetto colligiano che fu molto attivo a Roma e soprattutto a Firenze, città cui le sue opere, tra le quali il Duomo, la Basilica di Santa Croce e Palazzo Vecchio, hanno dato nel tardo medioevo un nuovo volto.

L’intenzione dell’Amministrazione è quella di riconvertire la Casa Torre, che con la sua architettura e la vista di cui si gode dalla sua sommità costituisce già una attrazione di per sé, in uno spazio museale dedicato alla figura di Arnolfo, alla sua opera e alla città di Colle ai tempi in cui l’artista era in vita. L'edificio andrà dunque a collocarsi negli itinerari delle “Case della Memoria” della Regione Toscana, insieme a Casa Leonardo ad Anchiano di Vinci, Casa Giotto a Vicchio, Casa Masaccio a San Giovanni Valdarno, Casa Piero della Francesca a Sansepolcro, e Casa Michelangelo a Caprese.

“Fin dall’inizio del mandato abbiamo voluto valorizzare la figura di Arnolfo di Cambio, che a Colle di Val d’Elsa, spesso ricordata come “Città di Arnolfo”, fino ad oggi è stato un personaggio tanto importante quanto assente, un vero “convitato di pietra”, - sottolinea Cristiano Bianchi, assessore alla cultura - Arnolfo finalmente adesso potrà avere la sua “casa”. Siamo convinti che l’unione di questo contenitore iconico con la figura del nostro concittadino più illustre possa diventare un elemento trainante per l’intero nostro sistema museale anche in chiave turistica e non solo culturale. L’idea dell’acquisizione della Torre da parte del Comune, che ha preso corpo nel 2020, ha avuto un iter lungo ben due anni, ma siamo infine arrivati alla conclusione."

L'Amministrazione inizierà da subito a sviluppare il progetto di valorizzazione con l'aiuto dei cittadini. La torre di Arnolfo è infatti già perfettamente agibile e in ottime condizioni, pertanto, in attesa che il progetto prenda forma, sarà visitabile al più presto.

Oltre ad Arnolfo di Cambio, all’interno della torre troveranno spazio esposizioni temporanee dedicate agli altri personaggi illustri della città come Cennino Cennini, Romano Bilenchi, Antonio Salvetti, Mino Maccari, Walter Fusi e Norma Soldi, anche in collaborazione con il progetto Uffizi Diffusi e con altre realtà museali. Inoltre avverrà la ricostruzione dello studio d’artista di Gino Terreni (pittore, scultore e xilografo, uno dei più significativi rappresentanti dell’espressionismo europeo): l’artista partigiano ha infatti lavorato nella Torre per 25 anni, realizzando al suo interno 3 affreschi ancora oggi visibili. A questo proposito l'Associazione "Archivio Gino Terreni", erede del suo lavoro, ha donato alla Città svariate opere e bozzetti, che potranno così trovare una collocazione stabile.

Nel progetto di lungo termine dell’Amministrazione, la Torre di Arnolfo diventerà il fulcro del sistema museale cittadino, al quale si potrà accedere con biglietto unico dal Museo San Pietro in Colle alta, e dal Museo del Cristallo (che riaprirà nel 2023) in Colle bassa, passando per il Museo Archeologico a Palazzo Pretorio, il cui progetto di riallestimento è stato presentato per un bando Pnrr ed è in attesa dell’esito, e per l’UMoCA (“Under Museum of Contemporary Art”), sotto al Ponte di San Francesco, la cui ricostruzione sarà inaugurata il 22 ottobre prossimo.

Per la realizzazione di questo progetto è allo studio una collaborazione con la Regione e in particolare con Firenze, in modo da stabilire un legame tra la Città natale di Arnolfo di Cambio e la città in cui egli ha dato vita a gran parte della sua opera, nell’ottica di un consolidamento del rapporto tra la cultura e il territorio che l’ha prodotta.


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