Che fare dei libri ricevuti per Natale?
di Roberto Cerri - martedì 06 gennaio 2015 ore 19:08
Leggerli o non leggerli, questo è il problema.
Ovviamente molto dipende da quanti se ne sono ricevuti e di che libri si tratta. Ma, comunque stiano le cose, chi ha ricevuto libri in regalo per Natale, ora che sono passate le feste e i bagordi sono terminati, dovrebbe sentire un piccolo obbligo morale (e se segue questa rubrica è molto probabilmente lo abbia già avvertito).
Si tratta di una vocina che gli dice di riprendere i libri dal cantone in cui li ha distrattamente buttati, gli suggerisce di aprirli e di cominciare a leggerli.
Facendo un piccolo sforzo, e risolvendo in maniera positiva il dubbio amletico da cui è attanagliato, è probabile che il lettore imparerà qualcosa. Magari scoprirà un autore che non conosceva. Forse approfondirà un argomento di cui fino a quel momento non sapeva proprio nulla. Oppure, con dispiacere, scoprirà che il libro che gli hanno donato non vale la carta su cui è stato stampato e deciderà di bruciarlo nel caminetto per diminuire il costo della legna. E' un uso alternativo ed “eccezionale” del libro che se il volume non ha la copertina plastificata dovrebbe essere compatibile con le norme igienico-sanitarie in vigore in quasi tutti i comuni della Repubblica. Non è tra le mie soluzioni preferite, ma non posso sconsigliarlo, anche perché anche a me è capitato di ricevere in dono (e a volte perfino di comprare) libri che mi hanno fatto incavolare e che avrei voluto distruggere. Quindi.... vedete voi.
Vi presento però quelle che considero alternative migliori.
Chi avesse ricevuto libri che non ha gradito (ripeto, sono cose che possono capitare, anche ai professionisti), può provare a riportarli alla libreria dove il tizio (o la tizia) che glieli ha regalati li ha comprati e può chiedere se possono essere sostituiti con qualche altro titolo. A chi di voi apprezzasse questa idea consiglio di non spiegazzare il libro ricevuto in dono, di non appoggiarci sopra la tazzina del caffè o bicchieri che contengano altre bevande in grado di imprimere graziosi ma indelebili cerchi colorati sulle copertine. A volte i librai sono sensibili a frasi del tipo: “Questo libro l'avevo già letto. Può cambiarmelo per favore?”. Ma nessuno può sperare che la sensibilità dei librai sia così masochistica da riprendersi indietro libri spiegazzati, sottolineati o macchiati (soprattutto sulle copertine).
Magari se incontrate un librario gentile fate in modo di farvi dare un cambio un libro che non solo vi piace ma che costi anche qualche euro di più di quello che gli restituite. Non fate i taccagni. Chiedetegli quanto costava il libro che gli state riportando e investite qualche euro in più in un libro che vi interessa davvero. Non solo sosterrete un mercato che Dio solo sa se ha bisogno di lettori e di sostegno, ma sarete apprezzati dal libraio che sarà disposto a rifarvi quello stesso favore (parlo di cambiarvi il libro) anche in futuro (perché l'età media si allunga e con essa la possibilità che vi regalino altri libri che non vi piacciono). Insomma è una pratica che potrebbe tornarvi utile. Pensateci.
Per chi non se la sente di farsi cambiare un libro che proprio non gli va giù (i timidi e gli introversi esistono), ma non se la sente nemmeno di bruciarlo, suggerisco una terza via. Ma non quella facile facile di appoggiarlo su uno scaffale e dimenticarselo per il resto della vita. No. Equivarrebbe a bruciarlo. Suggerisco invece di riciclarlo. Ma anche il riciclaggio dei libri è un'arte e come tale va praticata. Quindi non riciclate il volume che non vi piace a qualcuno tanto per fare, ma sforzatevi di capire a chi potrebbe interessare il libro che a voi proprio non piace. So che la cosa è difficile e per venirvi in aiuto (ma è l'ultimo consiglio che vi do, almeno per questa volta), eccovi un'altra soluzione. Se non vi viene in mente proprio nessuno a cui rifilare il libro che non leggerete mai, portatelo alla biblioteca più vicina a casa vostra o quella dove andate di solito. Sarà il bibliotecario a valutare il valore del vostro libro e a decidere che farne.
Infine, se non frequentate nessuna biblioteca (e questo mi dispiacerebbe, ma può capitare), lasciate il libro dalla vostra parrucchiera, sperdetelo in treno, in un bar, alle poste, insomma da qualche parte dove vi capiterà di andare per qualche motivo. Appoggiatelo con distrazione su una mensola e allontanatevi senza dare nell'occhio. Liberate il libro che non vi piace, invece di tenerlo prigioniero e inutilizzato. Sarà il caso a trovargli un nuovo lettore. Farete così quello che gli inglesi e anche noi anglomani chiamiamo bookcrossing. E' una buona azione per cominciare un anno nuovo. Ultimissimo suggerimento. Se nel frontespizio ci fosse una dedica che il donatore ha scritto per voi, cancellatela o rendetela in qualche modo illeggibile. Le vie del bookcrossing sono imprevedibili. Sarebbe sgradevole vedersi recapitare per la seconda volta un libro che non si ha alcuna intenzione di leggere. Magari lo ritrova qualcuno che vi conosce (chissà, forse persino il tizio o la tizia che ve lo ha regalato) e ve lo riporta, pensando che l'abbiate perso involontariamente. Mi dicono che a qualcuno sia successo.
Roberto Cerri