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domenica 08 dicembre 2024

DISINCANTATO — il Blog di Adolfo Santoro

Adolfo Santoro

Vivo all’Elba ed ho lavorato per più di 40 anni come psichiatra; dal 1991 al 2017 sono stato primario e dirigente di secondo livello. Dal 2017 sono in pensione e ho continuato a ricevere persone in crisi alla ricerca della propria autenticità. Ho tenuto numerosi gruppi ed ho preso in carico individualmente e con la famiglia persone anche con problematiche psicosomatiche (cancro, malattie autoimmuni, allergie, cefalee, ipertensione arteriosa, fibromialgia) o con problematiche nevrotiche o psicotiche. Da anni ascolto le persone in crisi gratuitamente perché ritengo che c’è un limite all’avidità.

​La “pacchia” è finita! Ma per chi?

di Adolfo Santoro - sabato 27 luglio 2024 ore 08:00

Sembra ieri che la nostra Wanna Marchi proclamava che per l’Europa era finita la “pacchia”.

E, invece, la von der Leyen si vendica perché la nostra furbetta cerca di mantenere il piede in due scarpe: quella dei popolari e quella dei “patrioti”. E così la “von”, che ha in comune con la furbetta il vizio tutto maschilista della guerra, ha iniziato la guerra pubblicando il “Rapporto sullo stato del diritto” 2024. Esamino il capitolo che riguarda l’Italia, ma premetto che, per evitare uno scontro frontale, la “von” ha esaminato i quattro temi (sistema giudiziario, quadro anticorruzione, pluralismo dei media e libertà dei media, altre questioni istituzionali legate a verifiche e saldi) con molta diplomazia, per cui sono necessari ulteriori approfondimenti.

Per quanto riguarda il sistema giudiziario il Rapporto inizia informando che “La struttura del sistema giudiziario è stabilita dalla Costituzione italiana, che ne sancisce l’indipendenza e l'autonomia.”. E già con questa informazione al governo-Wanna, notoriamente allergico alla Costituzione anti-fascista, si accappona la pelle! Il Rapporto continua a proposito dell’indipendenza del sistema giudiziario. “Il livello di indipendenza percepita della magistratura in Italia continua ad essere basso tra il grande pubblico … L'Associazione Nazionale Magistrati ha espresso le proprie preoccupazioni su aspetti della normativa attuativa, tra cui il colloquio psicoattitudinale e la regolamentazione della procedura di valutazione dei magistrati … La separazione delle carriere ha innescato una discussione sulla possibilità che la riforma possa incidere sull’indipendenza dei pubblici ministeri. Come già affermato nel Rapporto sullo Stato di diritto del 2023, sebbene non esista nell’UE un modello unico per l’assetto istituzionale delle procure, sono necessarie garanzie istituzionali per garantire che i pubblici ministeri siano in grado di adempiere ai propri doveri e responsabilità professionali in un quadro giuridico adeguato e condizioni organizzative senza interferenze o indebite influenze politiche ... l’Associazione nazionale dei magistrati ha espresso preoccupazione per l’istituzione di due Consigli superiori distinti, ritenendo che ciò ne indebolirebbe l’autorità come organi di autogoverno della magistratura (rispetto all’attuale Consiglio superiore della magistratura unico) e che la nuova procedura di nomina mini la rappresentanza dei magistrati nei Consigli superiori. Secondo gli standard europei, almeno la metà dei membri dei Consigli di magistratura dovrebbero essere giudici scelti dai loro pari ... L'Associazione Nazionale Magistrati ha espresso il parere che la riforma potrebbe minare l’indipendenza della magistratura, considerato che la Corte sarebbe giudice sia di primo che di secondo grado e non sarebbe più possibile il ricorso all'Alta Corte di Cassazione ... sono state ribadite preoccupazioni sull’indipendenza dei tribunali tributari dal MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) per il fatto che il MEF, attraverso le sue agenzie fiscali, può essere parte nelle cause dinanzi ai tribunali tributari ... Nell’ultimo anno, le parti interessate, inclusa l’Associazione nazionale dei magistrati, hanno espresso preoccupazione per le dichiarazioni pubbliche critiche nei confronti del sistema giudiziario fatte dai politici. Nell’ottobre 2023, i politici hanno espresso pubblicamente forti critiche nei confronti di un giudice che aveva deciso il rilascio di un migrante detenuto. L'Associazione nazionale dei magistrati ha espresso preoccupazione per tali dichiarazioni pubbliche e il Consiglio superiore della magistratura ha avviato un caso per tutelare l'indipendenza del giudice interessato. Le parti interessate hanno sottolineato che tali dichiarazioni pubbliche potrebbero influenzare la percezione di indipendenza della magistratura, anche considerando che provengono da rappresentanti del governo. Il Rapporto 2023 sullo Stato di diritto ha rilevato che le parti interessate hanno espresso preoccupazioni in merito al procedimento disciplinare avviato dal Ministro della Giustizia contro un collegio di giudici della Corte d’appello di Milano sulla base del contenuto della loro decisione. Nel maggio 2024 il Procuratore Generale presso l’Alta Corte di Cassazione ha presentato alla sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura una richiesta di archiviazione del caso. Nel giugno 2024, il ministro della Giustizia ha ordinato il rinvio a giudizio obbligatorio dei giudici dinanzi al Consiglio superiore della magistratura, cosa che è stata criticata dall'Associazione nazionale dei magistrati in quanto incide sull'esercizio della funzione giudiziaria. Le parti interessate hanno inoltre segnalato atti di intimidazione contro i magistrati, soprattutto da parte di gruppi della criminalità organizzata, per i quali il governo sta adottando misure di protezione da parte della polizia.”.

Tra le raccomandazioni finali c’è “Ulteriori progressi nel portare avanti gli sforzi volti a migliorare ulteriormente il livello di digitalizzazione dei tribunali penali e delle procure”.

In merito al quadro anticorruzione “ … L’Eurobarometro speciale sulla corruzione del 2024 mostra che il 78% degli intervistati considera la corruzione diffusa in Italia (media UE 68%) e il 31% degli intervistati si sente personalmente colpito dalla corruzione nella propria vita quotidiana (media UE 27%). Per quanto riguarda le imprese, l’83% delle imprese ritiene che la corruzione sia diffusa (media UE 65%) e il 50% ritiene che la corruzione sia un problema nell'attività imprenditoriale (media UE 36%) … Il Parlamento ha approvato un disegno di legge che abroga il reato di abuso d’uffici pubblici e limita la portata del reato di traffico di influenza… la criminalizzazione dell’abuso d’ufficio e del commercio di influenza fanno parte delle convenzioni internazionali sulla corruzione e sono quindi strumenti essenziali per le forze dell’ordine e le procure per combattere la corruzione. I portatori di interessi hanno sottolineato che l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio potrebbe portare a livelli più bassi di individuazione e indagine di frodi e corruzione. Inoltre, la riduzione della portata del reato di traffico di influenza dovrebbe essere controbilanciata da norme più rigorose in materia di lobbying. ... Le modifiche proposte al termine di prescrizione attualmente all’esame del Parlamento potrebbero ridurre il tempo a disposizione per condurre procedimenti per reati penali, compresi i casi di corruzione. Il 16 gennaio 2024 la Camera dei Deputati ha approvato un disegno di legge volto a modificare la disciplina della prescrizione dei reati. Le autorità giudiziarie hanno espresso preoccupazione per il fatto che la riforma proposta, che arriva così presto dopo quella del 2021 (ci sono state cinque riforme di questo tipo dal 2016), imporrebbe un ingente onere amministrativo per ricalcolare i termini di prescrizione applicabili per tutti i casi pendenti, con una possibile effetto negativo sulla durata dei procedimenti giudiziari e sull'eliminazione dell'arretrato giudiziario. Hanno inoltre espresso il parere che questo sviluppo potrebbe incidere sull'efficacia dell'azione giudiziaria e del giudizio dei reati penali, compresi i casi di corruzione ad alto livello ... Sebbene la Camera dei Deputati disponga di norme sul lobbismo e di un registro di lobbying dei rappresentanti di interessi, mancano norme esaustive sul lobbismo per entrambe le camere parlamentari. La mancanza di regolamentazione delle attività di lobbying è percepita come una delle principali debolezze del sistema di integrità nazionale… Come lo scorso anno, non si è svolto alcun dibattito parlamentare su nessuno dei progetti di legge presentati in nessuna delle due Camere... la necessità di norme esaustive sulle attività di lobbying, compresa una definizione precisa di lobbista, è diventata più importante alla luce delle modifiche proposte alla portata del reato di traffico di influenza ... oltre alle norme che disciplinano le attività di terzi o di lobbisti, sono necessarie anche norme che coprano le relazioni e i contatti dei parlamentari con i lobbisti. Manca ancora una “impronta legislativa”. Poiché non vi sono stati sviluppi legislativi concreti e non è ancora chiaro se il Parlamento proporrà norme esaustive o istituirà un’impronta legislativa, non sono stati compiuti ulteriori progressi per attuare la raccomandazione formulata negli anni precedenti… Non ci sono stati ulteriori progressi sul finanziamento dei partiti politici e delle campagne elettorali poiché i progetti di legge sono ancora in discussione. Il rapporto 2023 sullo Stato di diritto raccomanda all’Italia di “affrontare in modo efficace e rapido la pratica di canalizzare le donazioni attraverso fondazioni e associazioni politiche e di introdurre un registro elettronico unico per le informazioni sul finanziamento dei partiti e delle campagne elettorali”. Come segnalato negli anni precedenti, l’attuale pratica delle donazioni da parte di privati potrebbe ostacolare la responsabilità pubblica e potrebbe addirittura far sì che i donatori privatiesercitino un’influenza sproporzionata sull’agenda politica a seconda dell’entità dei loro contributi. Vari progetti di legge presentati nel corso degli anni da entrambi i rami del Parlamento per affrontare questa annosa questione non sono stati adottati… Manca ancora un registro centralizzato, unico e leggibile da una macchina per contribuire a garantire che le informazioni sui partiti politici e sul finanziamento delle campagne elettorali siano rese disponibili in modo coerente, comprensibile e tempestivo. Alla luce di questi sviluppi, non si sono registrati ulteriori progressi nell’attuazione delle raccomandazioni formulate negli anni precedenti… Permangono rischi di corruzione negli appalti pubblici, anche se la digitalizzazione degli appalti pubblici dovrebbe migliorare la trasparenza. L’Eurobarometro Flash sull’atteggiamento delle imprese nei confronti della corruzione nell’UE mostra che il 29% delle imprese in Italia (media UE 27%) ritiene che la corruzione abbia impedito loro di vincere una gara pubblica o un contratto di appalto pubblico negli ultimi tre anni. Gli appalti pubblici continuano a essere considerati da molte parti interessate come un settore ad alto rischio di corruzione, mentre gli ingenti fondi destinati alla ripresa e alla resilienza sono percepiti anche come particolarmente vulnerabili a possibili pratiche di corruzione e all'infiltrazione della criminalità organizzata...”.

Due sono le raccomandazioni relative al quadro antiorruzione: 1) Adottare la proposta legislativa in sospeso sui conflitti di interessi e adottare norme generali sul lobbismo per istituire un registro operativo del lobbismo, compresa un'impronta legislativa. 2) Affrontare in modo efficace e rapido la pratica di canalizzare le donazioni attraverso fondazioni e associazioni politiche e introdurre un registro elettronico unico per le informazioni sul finanziamento dei partiti e delle campagne elettorali.

In merito al pluralismo dei media e libertà di stampa l’esordio è chiaro: “In Italia, la libertà di stampa e la libertà di espressione sono valori sanciti e tutelati dalla Costituzione”. Il Rapporto prosegue: “I media di servizio pubblico svolgono un ruolo cruciale nel panorama dei media e, sebbene esistano regole volte a garantire che forniscano informazioni indipendenti e pluralistiche, ci sono diverse sfide in relazione alla loro governance e al sistema di finanziamento. L'emittente di servizio pubblico RAI rappresenta la fonte di notizie più utilizzata dal pubblico italiano … Gli stakeholder hanno riferito che, a seguito della nomina del nuovo amministratore delegato della RAI e di altre figure di alto livello, tra cui i redattori dei notiziari, si è verificato un cambiamento editoriale che ha portato alle dimissioni di diversi giornalisti e conduttori. Le parti interessate hanno espresso preoccupazione per le nuove regole sulla parità di tempo di trasmissione (la cosiddetta par condicio), applicabile alle comunicazioni politiche e alle informazioni trasmesse dalla RAI durante le elezioni del Parlamento europeo del 2024, che permetterebbero ai candidati con un ruolo nel governo di avere più tempo di trasmissione e visibilità rispetto ai candidati dei partiti di opposizione... Peraltro, è stata espressa preoccupazione per la decisione del Governo, adottata con la Legge di Bilancio per il 2024, di ridurre il canone RAI… i soggetti interessati hanno ritenuto che la riduzione del canone potrebbe incidere sulla autonomia e sostenibilità finanziaria riducendo le risorse disponibili che la RAI può raccogliere autonomamente e che sono necessarie per operare e adempiere alla sua missione di servizio pubblico… Il Governo sta lavorando ad una razionalizzazione del sistema dei contributi finanziari al settore dei media. Come negli anni passati, le parti interessate hanno espresso preoccupazione per il deterioramento delle condizioni di lavoro dei giornalisti e per la difficoltà economica generale affrontata dal settore dei media in Italia... Le iniziative legislative che regolano l’accesso e la pubblicazione di determinate informazioni giudiziarie sono fonte di preoccupazione per i giornalisti… Due iniziative legislative, la cosiddetta “riforma Nordio” e l’“emendamento Costa”, sono state avanzate per regolamentare la possibilità di pubblicare alcune categorie di atti giudiziari… diversi portatori di interessi ritengono che queste misure equivalgano a una restrizione della libertà di stampa, in quanto influenzerebbero la rendicontazione giudiziaria e il diritto dei cittadini a essere informati. I soggetti interessati hanno inoltre espresso preoccupazione in relazione alle misure previste dall'emendamento Costa, sottolineando il rischio che esso generi un effetto dissuasivo sui giornalisti, che rischiano di essere più esposti a possibili cause legali per diffamazione in caso di sintesi errate o riformulazioni delle ordinanze di custodia cautelare… Nonostante siano in vigore norme specifiche incentrate sulla protezione dei giornalisti in caso di minacce contro di loro, i giornalisti continuano ad affrontare diverse sfide nell’esercizio della loro professione. Sono stati segnalati casi di aggressioni fisiche, minacce di morte e altre forme di intimidazione che continuano a sollevare preoccupazioni sulla sicurezza dei giornalisti in Italia. Dal Rapporto 2023 sullo Stato di diritto, sette segnalazioni riguardanti l'Italia sono state registrate dalla Piattaforma del Consiglio d'Europa per promuovere la protezione del giornalismo e la sicurezza dei giornalisti, quattro delle quali relative a casi di attacchi fisici contro giornalisti e tre relative a casi di molestie-intimidazioni nei confronti di giornalisti, mentre la piattaforma Mapping Media Freedom ha segnalato 75 incidenti nei primi sei mesi del 2024, di cui 47 relativi a diverse forme di attacco contro giornalisti e 13 relativi a casi di incidenti giudiziari che hanno coinvolto giornalisti. Gli ultimi dati disponibili del Centro Italiano di Coordinamento mostrano che, nel 2023, le forze dell’ordine hanno registrato 98 casi di intimidazioni… Non sono stati compiuti ulteriori progressi sulla riforma del regime della diffamazione. Il Rapporto 2023 sullo Stato di diritto raccomanda all’Italia di “continuare il processo legislativo volto a riformare e introdurre garanzie per il regime sulla diffamazione, la tutela del segreto professionale e le fonti giornalistiche, tenendo conto delle norme europee sulla protezione dei giornalisti”… I portatori di interessi hanno accolto con favore la proposta di abolire formalmente la pena della reclusione per diffamazione a mezzo stampa, in linea con la giurisprudenza della Corte Costituzionale, e di estendere la tutela del segreto professionale e delle fonti giornalistiche ai giornalisti non professionisti. Tuttavia, hanno espresso preoccupazione anche su altri aspetti della riforma proposta relativi alle sanzioni penali e disciplinari per diffamazione a mezzo stampa, all’introduzione di un obbligo di rettifica automatica e ai criteri giurisdizionali per le cause per diffamazione, ritenendo che questi elementi rischiano di innescare un effetto dissuasivo la libertà dei media e la libertà di espressione.

Le Raccomandazioni sono 1) Proseguire l'iter legislativo sul progetto di riforma sulla diffamazione, la tutela del segreto professionale e le fonti giornalistiche evitando qualsiasi rischio di impatti negativi sulla libertà di stampa e garantire che tenga conto degli standard europei sulla protezione dei giornalisti. 2) Garantire che siano in atto regole o meccanismi per fornire finanziamenti ai media di servizio pubblico adeguati alla realizzazione del loro mandato di servizio pubblico e per garantirne l'indipendenza.

In merito a altre questioni istituzionali legate a verifiche e saldi Il Rapporto esordisce ricordando che “L’Italia è una repubblica parlamentare unitaria con un presidente eletto indirettamente.”. E prosegue”Il Governo ha presentato al Parlamento un progetto di riforma costituzionale... Con questa riforma non sarebbe più possibile per il Presidente della Repubblica trovare una maggioranza alternativa e/o nominare Primo Ministro una persona esterna al Parlamento. Alcune parti interessate hanno espresso preoccupazione per le modifiche proposte all’attuale sistema di pesi e contrappesi istituzionali, nonché dubbi sulla possibilità che ciò possa apportare maggiore stabilità… Secondo i dati ufficiali, nell’attuale legislatura (iniziata nell’ottobre 2022), il Governo ha adottato 59 decreti legge; di queste, 51 sono state convertite in legge, mentre sette non lo sono state, ma il loro contenuto è stato inserito in altre leggi. Ciò corrisponde a circa il 50% delle leggi adottate dal Parlamento. Il ricorso frequente ai decreti legge da parte dei governi potrebbe incidere sull’equilibrio dei poteri tra il governo (come potere esecutivo) e il Parlamento (come potere legislativo)… Al 1° gennaio 2024, l’Italia aveva 66 sentenze principali della Corte europea dei diritti dell’uomo in attesa di attuazione, un aumento di sette rispetto all’anno precedente… Non sono stati compiuti ulteriori progressi nella creazione di un’istituzione nazionale per i diritti umani… Permangono sfide per quanto riguarda lo spazio civico, anche alla luce delle segnalazioni di attacchi verbali contro organizzazioni coinvolte in attività umanitarie e di violenze contro i manifestanti. Lo spazio civico continua a essere valutato come “ristretto”. Gli stakeholder hanno segnalato attacchi verbali da parte di alcuni media e politici contro organizzazioni, soprattutto quelle che svolgono attività umanitarie, ed episodi di violenza contro i manifestanti da parte della polizia. Non ci sono stati aggiornamenti significativi per quanto riguarda le valutazioni ex post e i processi di consultazione pubblica, che – come riportato nel Rapporto sullo Stato di Diritto 2023 – non vengono condotti in modo sistematico. Nel luglio 2023 è stato lanciato l’Hub Nazionale per la Partecipazione Pubblica. È una piattaforma volta a promuovere e raccogliere politiche di partecipazione pubblica e condivide pratiche, percorsi e strumenti rilevanti a livello nazionale e internazionale. L’Hub è pilotato da cinque amministrazioni pubbliche e quattro organizzazioni della società civile. Le parti interessate hanno sottolineato che l'hub non è ancora pienamente operativo, pertanto non è ancora possibile trarre conclusioni sulla sua efficacia.

La Raccomandazione è “Intensificare gli sforzi per creare un'istituzione nazionale per i diritti umani che tenga conto dei Principi di Parigi delle Nazioni Unite”.

Mentre in Italia il governo-Wanna continua a promettere “Se sarò eletto, dai rubinetti uscirà il caffè. E, se non vi piace il caffè, uscirà cioccolata calda. Abolirò la pioggia nei week-end … e cacio e pepe … e soprattutto non cadranno più i vostri capelli.”, in Europa l’Italia ha molto da farsi perdonare da Bruxelles, dai ritardi del Pnrr alla situazione pesante dei conti pubblici. Non a caso è stato dato il via libera all’avvio delle procedure per deficit eccessivo verso sette Stati: Italia in testa, Belgio, Francia, Ungheria, Malta, Polonia e Slovacchia. Al mio amico tifoso dell’Inter vorrei ricordare 1) che il tifo fa parte del problema, non della soluzione, 2) che l’Italia, non solo calcistica, milita in una serie cadetta, 3) che la pacchia sta finendo per tutti, e 4) che per il governo-Wanda, finché riesce a galleggiare come quelli che non nomino, la pacchia finirà più tardi che per gli italiani … ma finirà!

Adolfo Santoro

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