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martedì 19 marzo 2024

SORRIDENDO — il Blog di Nicola Belcari

Nicola Belcari

Ex prof. di Lettere e di Storia dell’arte, ex bibliotecario; ex giovane, ex sano come un pesce; dilettante di pittura e composizione artistica, giocatore di dama, con la passione per gli scacchi; amante della parola scritta

Luoghi comuni

di Nicola Belcari - martedì 25 maggio 2021 ore 13:31

I luoghi comuni infastidiscono o rassicurano a seconda delle situazioni e dei vari casi in cui si subiscono. Alcuni sono addirittura e purtroppo inesorabilmente veri.Raramente sono antichi o semplicemente vecchi. E ciò perché tramontano, si consumano. 

Se ne scopre l’ovvietà o per altri motivi sono sostituiti, s’esauriscono soprattutto perché sono l’espressione di una moda, che per propria natura è passeggera.A chi non è capitato di sentirsi dire un luogo comune? A chi non è capitato di pensarlo e perciò di reprimersi dall’esternarlo per timore di apparire banale? Non c’è da biasimarci poi, con eccesso di severità, quando ne abbiamo fatto uso. Nessuno di noi escluso.Alcuni sono errori grossolani; altri potrebbero essere aggiustati.Eccone un breve elenco alla rinfusa.

L’amore è cieco. È tra i rari sopravvissuti a più epoche. Direi che si tratta di un’esagerazione. L’amore è miope. Non vede lontano. Non ci sono più le mezze stagioni. Qui al contrario si minimizza. Non ci sono più le stagioni. Né mezze, né intere. 

C’è crisi ma i ristoranti sono sempre pieni. È questo il più odioso. È caro a chi governa perché smentisce che le cose vadano male ed è fatto proprio dagli invidiosi che non si permettono quel lusso o vorrebbero stare più larghi nelle loro frequentazioni. Dopo il lockdown ha assunto un “sapore” sinistro e l’idea ha mostrato la sua “indigeribilità”. 

Era tanto una brava persona. È riferito a chi è passato a miglior vita e vale per tutti. Per la sfortunata vittima di morte prematura invece si dice che aveva un carattere solare, come se altrimenti, fosse stata una persona ombrosa e taciturna, avrebbe potuto anche togliere il disturbo d’esistere. Nelle situazioni dolorose come queste il rispetto non è mai abbastanza. Non sono in questione gaffes o cattivo gusto. Il miglior commento è il silenzio; che si può sfidare solo con sincerità per qualcosa di rilevante.

I politici rubano. È una calunnia. Il problema semmai è che quei pochi che si rendono colpevoli di solito la fanno franca. Forse si voleva dire che spesso perseguono soprattutto interessi e ambizioni personali.

Non è il caldo, è l’umidità. Il concetto è che la colpa è sempre di qualcos’altro. La sostanza è che si suda. La palla è rotonda. La sfera in questione è quella calcistica e in effetti non si può negare che sia così. L’affermazione di sapore lapalissiano vuole sottolineare l’importanza e il ruolo della sorte negli esiti di quel gioco. È la ruota della Fortuna l’ascendente e l’ispiratrice del detto? Il cerchio però è simbolo di armonia e perfezione celeste e dunque della legge di una Ragione superiore e sublime. Per questo sostituirei la frase con: l’arbitro è imprevedibile. Una volta avrebbero detto: cornuto, che non è un’offesa e fa torto solo a colei che è rimasta a casa. Oggi chiunque pronunciasse un epiteto del genere si renderebbe ridicolo, segno che dei miglioramenti sono possibili, oltre che auspicabili.Per concludere si riporta una formula che ha finito per trasformarsi in un luogo comune. 

Assolutamente sì. È uno stereotipo deplorevole e non scusabile. Noi, snob navigati e maestri di bon ton, consigliamo tutti coloro che ambiscono a essere originali, a non pronunciare un’espressione che andava bene la prima volta che è stata usata, ma, essendo durata fin troppo, ora è divenuta indicativa di asservimento al frasario da pappagallo. L’unica domanda per una tale risposta sarebbe: sei schiavo di un modo di dire stomachevolmente di moda e non hai nessuna indipendenza espressiva? Assolutamente sì.

Nicola Belcari

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